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giovedì , 17 Aprile 2025

L’angolo dello psicologo. Marilena Brunetti “Alla ricerca del buon senso perduto”

E’ un po’ davvero una “ricerca del tempo perduto”; ricordi di quando nella nostra vita c’era meno impostazione, meno burocrazia, meno obblighi tecnologici, piattaforme prestabilite, ecc. Quando sussisteva ancora la possibilità del confronto e di un sano dibattito. In questo terreno più a misura d’uomo il buon senso trovava spazio per esistere nella vita di tutti, nella famiglia, nella città, nella società e cosi via. Ciò che è stato presentato come un allargarsi degli orizzonti: più possibilità, più in fretta, più semplice e addirittura meglio, in realtà presenta aspetti pericolosi (vedi uso indiscriminato dell’intelligenza artificiale). Queste “migliorie” rendono la vita più ansiogena, complicata, costellata di incertezze e ancora imbrigliano la mente, la vorrebbero far scorrere su “binari programmati”.
Tante situazioni si comprendono e si risolvono nel buon senso. E’ sempre stato così. Il buon senso, come l’educazione, non è mai fuori posto. E’ sotto gli occhi di tutti la sofferenza del vivere oggi. Parlando con le persone si riscontra un malessere proprio dell’andare avanti quotidiano in questa epoca. Non solo gli adulti, ma anche i ragazzi soffrono e sono lasciati soli. Vedi vari fenomeni di violenza in gruppo che stanno venendo alla cronaca anche sul nostro territorio.
Cosa manca? L’educazione a mio avviso manca più di ogni cosa. Non c’è più un tessuto sociale forte che tiene, la solidarietà vera sta scomparendo. Cosa possiamo fare? si chiedono le persone; ciascuna nel suo intimo, nella sua anima ha la responsabilità di darsi una risposta. La risposta non si trova sul web!

C’è in atto un’opera di distrazione dai temi cruciali della vita: l’educazione, la salute, i compiti della famiglia, ebbene su questi fatti non si può delegare. Le persone si trovano nella situazione mentale di avere troppi stimoli, anche inutili e così non restano neanche le forze per occuparsi di ciò che è veramente importante. Sussiste una velocità imposta che impedisce di pensare e modalità di vivere che spengono il pensiero. La comodità è il mezzo con cui si ingabbiano le persone in un sistema che è computazionale, cioè fa trovare risposte predefinite sulla Rete, senza più la fatica di un impegno originale del pensiero. Il pensiero, infatti, ha bisogno di tempo, calma e possibilità di riflessione per dare i suoi frutti. Oggi, i problemi veri non vengono nemmeno pensati, difficile discuterne. Tutti possono osservare il depauperamento della cultura, grande ricchezza per la mente. Non serve essere insegnanti o professori per accorgersene.

Cos’è il buon senso? E’ quella sottile armonia fatta anche di rispetto dei valori, di mantenere vivi i punti di riferimento importanti per la sicurezza e per il benessere veramente di tutti.
Possiamo discutere sui valori individuali, sulle sfumature e sulle originalità, ma non su quanto siano una struttura portante per l’ “edificio umano” fatto di corpo, mente, cuore e spirito. I punti di riferimento per la salute psicofisica sono essenziali. Il buon senso è imparentato con tante regole del buon vivere. Per esempio, si aiutano gli anziani e non gli si rendono le azioni impossibili costringendoli a utilizzare strumenti complicati. Se abbiamo un problema di rifiuti e inquinamento, perché non aggiustare le cose e risparmiare, invece, di fare cumuli di rottami; ma l’elenco è lunghissimo: dalla cura concreta e reale verso il prossimo, alla cura delle relazioni fino a tutti i livelli di gestione delle cose. E qui non entro nel merito e ciascuno può fare le sue considerazioni. L’importanza della famiglia nella formazione di valori e del buon senso è fondamentale. La famiglia è un punto di forza, di riconoscimento, di legami importanti che non si possono disconoscere. I genitori spesso delegano l’educazione ad altro da sé, alla scuola o peggio al web. Osserviamo i ragazzi camminare per strada, chini sul cellulare con una dipendenza evidente. Oggi è presentato come apprezzabile seguire le tendenze. Ma qual è la qualità delle tendenze di oggi? Una mente umana può essere creativa, può tenere in conto il prossimo, può pensare al bene di tutti.

Il buon senso è una modalità che corrisponde a un pensiero, a un sentire, a un fare, a un modo di vedere la vita, se stessi e gli altri, che definirei “impostato bene”. Mi rendo pienamente conto di esporre delle idee, spunti per riflettere, pensieri che desidero condividere e so che ciascuno può vedere in questo le sue esperienze, uguali o diverse. L’ importante è continuare a pensare con la propria testa per scegliere veramente ed essere responsabili e non fruitori passivi di ciò che viene offerto. Il mio discorso vuole essere un “tessuto su cui riflettere”, ri pensare e ri vivere l’arte antica e vitale del buon senso. Ciò significa fare ogni cosa con rispetto e cuore, dall’attenzione all’altro vicino a noi fino alla “gestione delle cose del mondo”, con una modalità a dimensione umana. Marilena Brunetti, psicologa e psicoterapeuta

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Daniele Iseppi

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