Rotary Club Pn, recuperare e riqualificare il Castello

PORDENONE – Sprigioniamo il Castello. Su questo tema il Rotary Club Pordenone ha avviato da alcuni anni un progetto, che fa parte di una ventina di “service” che l’associazione realizza ogni anno, per sensibilizzare la cittadinanza sulla necessità del recupero storico e della riqualificazione del Castello, attualmente adibito a carcere.

Quest’anno il Rotary ha patrocinato un laboratorio sulla rigenerazione urbana dell’edificio, curato dall’archeologo Luca Villa in collaborazione con l’architetto Giovanni Vragnaz, docente di Composizione architettonica e urbana nel corso di laurea magistrale in Architettura dell’Università di Udine. Durante un apposito laboratorio, gli studenti del prof. Vragnaz hanno progettato e discusso all’esame finale alcune idee di riqualificazione del Castello, presentate in anteprima ai soci del Club giovedì 18 maggio nella sede del Rotary a Villa Baschiera Tallon.

Studiando percorsi di valorizzazione che consentano una ricostruzione del rapporto tra il luogo e la città, i giovani aspiranti architetti hanno immaginato il recupero di nuove funzioni culturali e ambientali del Castello, come la formazione, il teatro e la musica, in un contesto verde e circondato dall’acqua.

“Essendo l’autentica eredità culturale della città, il Castello non può più ospitare il carcere – precisa Paolo Moro, presidente del Rotary – e deve essere ‘sprigionato’, liberando le sue nuove funzioni e investigando le sue vere origini, che sono quelle di Pordenone. Il nostro Club intende anche organizzare una mostra e un convegno insieme all’Amministrazione Comunale per promuovere finalmente il recupero di un fondamentale spazio urbano”.

“È stato da tempo avviato un percorso volto ad approfondire le ricerche sul complesso castellano – spiega Luca Villa, archeologo che segue dall’inizio il progetto del Rotary – ed immaginare per esso una nuova vita rivolta alla più ampia fruizione pubblica, trasformandolo in un polo di rilievo e attrazione dell’ambito urbano. Le analisi e osservazioni sinora condotte su varie fonti hanno portato alla luce le grandi potenzialità del complesso e delle sue strutture”.

“Nonostante le trasformazioni più recenti –aggiunge Villa – è stato possibile verificare l’esistenza di nuclei appartenenti alle fasi più antiche del castello, tra cui quella che pare riferibile alla torre principale dell’impianto originario. Una volta che sarà possibile ampliare le ricerche si potranno recuperare molte informazioni che permetteranno di ricostruire la storia del monumento e gettare luce sulle vicende legate all’origine stessa di Pordenone”.




Condividi