Vaccino obbligatorio agli operatori: 21 maggio sciopero nazionale dei sanitari per protesta

FVG – Le Aziende sanitarie regionali comunicano che le associazioni sindacali USB Unione Sindacale di Base e CUB Sanità hanno proclamato per l’intera giornata di venerdì 21 maggio 2021 uno sciopero nazionale di tutto il personale del Comparto Sanità.

Allo sciopero proclamato dalla Confederazione USB ha aderito la USB Pubblico Impiego.

Le Aziende garantiranno le urgenze ed i servizi minimi essenziali, come previsto dalla normativa vigente.

Motivazioni dello sciopero

Queste le motivazioni dello sciopero comunicate dalle sigle aderenti:

“Le condizioni in cui versa la sanità italiana, al 50% privata, la progressiva demolizione della sanità territoriale e con essa il sistema di prevenzione, le differenze contrattuali tra gli operatori del pubblico e del privato, nonché il ricatto operato attraverso il DL 44, sono alcuni dei temi che gli operatori sanitari organizzati nella Confederazione Unitaria di base denunciano e decidono di affrontare”.

“Di fronte ad un sistema sanitario nazionale devastato quasi al 50% privato, dove la salute viene intesa come una merce e non come un diritto, dove il clientelismo e il malaffare risucchiano i soldi pubblici, dove i lavoratori vengono chiamati a grandi sacrifici per poi essere ricattati il giorno dopo, dove la sanità territoriale è scomparsa e la prevenzione con essa, dove la precarietà e i contratti capestro condannano i lavoratori a vite d’inferno, dove la spesa medica per gli utenti ha raggiunto una media di circa 2.500 euro l’anno”.

“Lo sciopero chiama alla lotta migliaia di lavoratori che durante la pandemia sono stati chiamati ‘eroi’ per avere sacrificato vita, salute, affetti e per aver lavorato in condizioni indicibili per sostenere una sanità che negli anni è stata saccheggiata da privatizzazioni selvagge.

Ora il decreto 44/2021 ha introdotto l’obbligo vaccinale per il solo personale sanitario e socio sanitario. La Cub non si schiera pro o contro le vaccinazioni ma al fianco dei lavoratori e contro il ricatto vaccino/salario. Il problema del decreto legge 44 è che prevede il demansionamento, il trasferimento e la sospensione senza retribuzione per gli operatori sanitari che decidono di non vaccinarsi”.




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