Cime tempestose, alpinismo al femminile e storie d’amore

PORDENONE – “Cime tempestose, alpinismo al femminile e storie d’amore” è il titolo del libro di Bianca Agarinis Magrini (Gaspari Editore), che verrà presentato martedì 6 dicembre alle 17.30 nel Convento di San Francesco con ingresso libero, in collaborazione col Cai- sezione di Pordenone, nell’ambito delle iniziative realizzate dall’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Pordenone nella settimana contro la violenza sulle donne.

“Abbiamo scelto di presentare questo libro – sottolinea l’assessora Guglielmina Cucci – perché ci ricorda quanto il percorso di emancipazione sia stato per le donne come scalare una montagna, oltre a offrire un interessante spaccato storico della nostra regione a cavallo tra fine 800 e primi del 900.

Attraverso le vicende di queste donne e del loro amore per la montagna, possiamo cogliere passione, determinazione e tutti gli ostacoli che una società, – nella quale la donna era completamente subordinata al padre prima e al marito poi – poneva loro. Sono vicende appassionanti e coinvolgenti che è giusto riscoprire e portare alla luce. Relegate per secoli alla dimensione domestica e familiare, le donne hanno faticato a emergere e anche quando sono emerse, sono state sempre poco valorizzate e considerate. È giusto ricalibrare la narrazione storica, partendo anche da vicende come queste”.

L’autrice ripercorre la storia delle sorelle Grassi appassionate di montagna e note alpiniste friulane che hanno rappresentato una peculiarità nell’alpinismo italiano. Alle vicissitudini umane di queste ragazze, si affianca l’amicizia con grandi alpinisti e naturalisti friulani in una storia fatta di “emancipazione e di potenti contrasti ideologici che si rarefanno nel silenzio dell’altitudine”. La loro storia si inserisce nella Storia di una regione, il Friuli Venezia Giulia, a fortissima vocazione femminile, con gli uomini spesso lontani perché impegnati in guerra o migranti per sbarcare il lunario,

Negli ultimi vent’anni Bianca Agarinis Magrini ha dato alle stampe storie e saggi, prendendo spunto dall’archivio storico della famiglia Lupieri-Magrini, che hanno contribuito a fornire ulteriori elementi di conoscenza della società carnica dal 1800 ai giorni nostri.

Quest’ultimo lavoro, “Cime tempestose”, inizia con un piccolo giallo che riguarda la vita di Annina Grassi, una giovane signorina della buona borghesia carnica, divenuta famosa nell’ambiente alpinistico friulano per essere stata, assieme alle sue due sorelle, tra le prime donne a salire sul Monte Canin nel 1877.

Il ricordo di alcune allusioni fatte da una delle tante zie che gravitavano nel salotto della famiglia Cecchetti di Tolmezzo (legatissima per antiche discendenze alla famiglia Grassi Gortani) hanno trovato conferma nelle lettere dell’archivio che l’autrice stava riordinando nella casa di Luint.

Si è così imbattuta nella storia umana che vede come protagonista Annina. Una delle prime biografe di Annina e Daniela Durissini ipotizza che “forse furono proprio le sue abitudini montanare a non farle trovare marito, certo è che le sue sorelle lo trovarono all’interno dell’ambiente alpinistico che frequentavano e tra coloro che ne sapevano apprezzare l’attività, e che le escursioni rappresentarono per lei, almeno in un periodo della sua vita, l’unica grande passione, alla quale non avrebbe rinunciato facilmente.”

La vicenda sentimentale di Annina ha indotto l’autrice a proseguire nella ricerca di testimonianze sulla condizione femminile della borghesia carnica e sul ruolo ricoperto dalla famiglia e da quelli che oggi definiremo “padri padroni”.

Tra le carte riaffiorano anche i ricordi delle testimonianze orali di altre zie ed è proprio attraverso una di esse che ci si imbatte nella storia, per molti versi molto simile a quella appena raccontata, di Aurelia, figlia dell’amato di Annina, Arturo Magrini, e legata a quello che diventerà uno dei più importanti geologi italiani, Egidio Feruglio.

Con Feruglio entrano in scena altri personaggi noti nel mondo scientifico e alpinistico friulano: Ardito Desio e Ludovico di Caporiacco. I tre amici, con idee politiche diverse, sono legati da una antica frequentazione e da una forte passione per le scienze naturali a cui hanno dato, nei rispettivi ambiti, un importante apporto nella ricerca e nell’ insegnamento, le loro lettere spesso scritte in friulano costituiscono un bagaglio inesauribile di informazioni scientifiche e sociali del tempo.




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