Indagine Ascom: un’impresa del terziario su 5 riduce il personale

PORDENONE – Il 22 per cento delle imprese del terziario sta adottando politiche di riduzione dei costi del personale a fronte dei maggiori consumi energetici. E risponde con licenziamenti, mancati rinnovi contrattuali o riduzione di orari. Un altro 20 per cento attende e un terzo delle imprese con dipendenti, invece, non intende adottare misure che possano compromettere l’organico.

I dati emergono da un’indagine condotta da Ascom Confcommercio Pordenone a fine ottobre, con l’intento di valutare l’impatto dell’incremento dei costi energetici sul settore del terziario in provincia.

“Panettieri, bar, ristoranti e alberghi sono in grave difficoltà – sottolinea il presidente Fabio Pillon – perchè hanno avuto situazioni molto pesanti, pagando dalle 3 alle 5 volte di più rispetto alle bollette dell’anno scorso. Confidiamo, pertanto, molto nel provvedimento del Governo che dovrebbe riuscire a dare una mano a tutte le aziende in difficoltà”.

“Bisognerebbe fare in modo – aggiunge il numero uno di Ascom – di togliere dalla testa ai consumatori la problematica delle bollette, per permettere alla gente di affrontare il momento contingente e il Natale in modo più sereno. Dico questo perché dall’indagine appare un deciso calo dei consumi e quindi si tratta di una tempesta perfetta che deve trovare soluzioni per arrivare a una situazione più normale”.

L’indagine è stata strutturata in un questionario inviato a più 2000 imprese del terziario provinciali nel periodo dal 19 al 24 ottobre 2022. Sono state raccolte 227 risposte da altrettante imprese. L’impatto dell’incremento dei costi energetici si aggiunge all’aumento dei costi generali delle materie prime e conseguentemente dei prodotti in generale che sta comprimendo sensibilmente il margine di utile delle imprese.

Strategie di aumento die prezzi di vendita al consumatore finale risultano in questo momento molto limitate a causa della contrazione dei consumi e del tasso di inflazione generalizzato in sensibile aumento. La maggior parte delle imprese (60%) sta facendo fronte ai maggiori costi energetici utilizzando risorse proprie mentre il 10% ha dovuto accedere ai prestiti bancari.

La principale misura finora adottata dalle imprese per far fronte all’aumento dei consumi è stata quella della riduzione dell’illuminazione dei locali (37%) (tenuto presente che molte attività del commercio non utilizzano attrezzature o impianti) e la riduzione dell’utilizzo delle attrezzature (vedi frighi, forni, aree wellness, ecc.).

Un dato preoccupante riguarda la programmazione di investimenti per l’efficientamento energetico da parte delle imprese del terziario. Ben il 73,6% delle imprese intervistate non lo sta prevedendo, in gran parte (39%) perché non ha la possibilità di intervenire sugli impianti o sulla struttura (es. conformazione dei locali, locali in affitto, locali in condomini, ecc.), il 25% perché non ha la disponibilità finanziaria e nel 9,3% dei casi perché non lo ritiene utile.




Condividi