Pausa di riflessione dopo i recenti rialzi da parte degli indici? stazionari oro mentre correggono petrolio e bitcoin

MERCATO AZIONARIO

Il rally delle azioni ha perso slancio venerdì, nonostante il mercato registri ancora la sua settimana migliore nel 2024. L’indice S&P 500 è salito di circa il 10% quest’anno, ma ha vacillato dopo una corsa da record. Gli analisti stanno rivedendo i loro obiettivi poiché alcune indicazioni di sentiment e posizionamento indicano una situazione di ipercomprato, suggerendo la possibilità di un modesto ritiro nei prossimi mesi. Questo sarebbe del tutto salutare, visto il continuo apprezzamento dei listini. Le azioni statunitensi hanno chiuso sotto quota 5.235, con alcune società come Nvidia Corp. in progresso e altre come FedEx Corp. registrando solidi guadagni. Tuttavia, società come Nike Inc. e Lululemon Athletica Inc. hanno invece registrato perdite a causa di prospettive deboli. I rendimenti dei titoli del Tesoro a 10 anni sono scesi al 4,22%, mentre il dollaro si è avvicinato al suo livello più alto dell’anno. Nonostante la relativa calma alla fine della settimana, è stato segnalato un deflusso negli investimenti in fondi azionari statunitensi, rappresentando un’inversione rispetto all’afflusso che avevano subito la settimana precedente. La Fed ha mantenuto le previsioni per tre tagli dei tassi quest’anno, e il presidente Powell non sembra così preoccupato per gli ultimi dati sull’inflazione. Nonostante la prevista diminuzione dei tassi di interesse, alcuni esperti ritengono che le azioni potrebbero ora essere più vicine ad una fase di consolidamento. Inoltre, fasi di rotazione settoriale o geografica potrebbero essere propizie, con l’indice Stoxx Europe 600 che potrebbe recuperare posizioni rispetto agli indici americani. Ecco alcuni dati sui principali listini azionari: MSCI World chiude a 3.428 punti con una variazione da inizio anno dell’8,61%, mentre il Nasdaq consolida sui 18.000 punti con una chiusura settimanale a 18.339, registrando una performance da inizio anno del 9,22%. L’S&P 500 supera in rendimento in settimana i primi due, con una chiusura a 5.235 punti ed un risultato da inizio anno del 10,12%. Poco mossi anche in settimana l’indice Europeo, Euro Stoxx 50, a 5.031 punti, mentre staziona sui 34.327 punti il nostro indice, FTSE MIB, con un +0,05%.

MERCATO OBBLIGAZIONARIO

Un mese fa, il mercato considerava il taglio dei tassi di marzo come una certezza. Era scontato al 100%. Tuttavia, dati successivi sull’inflazione e sulla disoccupazione hanno reso un taglio così rapido improbabile, abbandonando ogni speranza di un taglio questa settimana. In una settimana molto attesa per capire il trend futuro, le dichiarazioni provenienti dal “dot plot”, dove i membri del FOMC hanno fornito previsioni sui tassi futuri ed economici, hanno giocato un ruolo fondamentale. Sono stati i punti, insieme alla conferenza stampa di Powell, che hanno permesso alla Fed di seguire una strategia aggressiva, rassicurando il mercato. Il dot plot è stato in passato un ottimo indicatore dei cambiamenti nella politica della Fed. Questa volta, la stima per il tasso dei fondi federali alla fine di quest’anno è rimasta invariata, prevedendo tre tagli. Tuttavia, la stessa mostra una leggera riduzione delle aspettative di tagli futuri, indicando una maggiore cautela tra i governatori. Questo potrebbe influenzare la decisione finale della Fed. L’atteggiamento della Fed è stata in linea con le aspettative del mercato, mantenendo una posizione relativamente accomodante nonostante i recenti dati sull’inflazione. Powell personalmente non ha espresso una seria preoccupazione per l’aumento previsto dell’inflazione, indicando una politica monetaria più accomodante rispetto al passato. Piuttosto che concentrarsi sulle previsioni specifiche, ciò che conta è la reazione complessiva della Fed ai dati economici. Sembra che la Fed abbia adottato una politica più indulgente rispetto al passato, anche in risposta a pressioni inflazionistiche moderate. Questo ha implicazioni significative per gli investitori, che potrebbero considerare opzioni come azioni o oro in base alle aspettative future della politica monetaria. In settimana il Treasury americano a 10 anni viene respinto dopo le dichiarazione della Fed dal 4,30% chiudendo ad un rendimento del 4,22% mentre il Bund pari scadenza chiude a 2,32% sotto la soglia del 2,50%. Anche il nostro Btp a 10 anni rimane in aria 3,65 3,70 percento.

MATERIE PRIME

Per quanto riguarda le materie prime, il petrolio ha registrato un aumento a seguito dell’escalation dei disordini geopolitici in Russia e dei commenti ottimistici sulle prospettive del settore, anche se ha ritracciato dalla resistenza dinamica che ha toccato proprio tra giovedì e venerdì. L’oro ha mantenuto una relativa stabilità, mentre il minerale di ferro ha segnato il suo più forte rialzo settimanale degli ultimi sei mesi, trainato dalle prospettive di tagli dei tassi e dal supporto derivante da un possibile recupero dell’economia cinese.

MERCATO DELLE VALUTE

Il dot plot ha influenzato anche il cross euro-dollaro, con una fase iniziale in settimana di apprezzamento della valuta del vecchio continente, compensata poi da un apprezzamento del biglietto verde sulla scia dei dati macroeconomici. Da segnalare lo storico ritocco dei tassi in Giappone, del tutto scontati dal mercato, che non ha avuto effetto per ora sullo yen, che ne esce comunque indebolito. Debolezza invece per il franco svizzero dopo la decisione della Banca Centrale di allentare le misure di politica monetaria. È da notare la correzione del Bitcoin durante la settimana, dopo aver toccato i massimi a 73.000 $.

Dott. Alessandro Pazzaglia, consulente finanziario indipendente, www.pazzagliapartners.it




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