Presentata la mostra “Maurizio Galimberti. Mosaici scomposti”

PORDENONE – La Galleria Harry Bertoia di Pordenone ospiterà la mostra Maurizio Galimberti. Mosaici scomposti nell’ambito della 36 edizionedelFestivalFriuliVeneziaGiuliaFotografia2022.

L’esposizione,organizzata dal CRAF (Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia), promossa dal Comune di Pordenone, in collaborazione con la Regione FVG, col sostegno di Fondazione Friuli e di Friulovest Banca e col patrocinio dell’Università degli Studi di Udine, presenterà una significativa selezione di immagini del celebre istant artist vincitore del Premio nazionale. La mostra sarà inaugurata venerdì 26 agosto alle 18 alla presenza dello stesso Galimberti e chiuderà i battenti il 16 ottobre.

«Il CRAF, centro di eccellenza per la ricerca, la conservazione e la diffusione del linguaggio fotografico, vuole premiare un artista/fotografo di grande spessore che attraverso questo progetto – afferma il presidente del CRAF Davide De Lucia – prende in analisi alcune icone della nostra storia recente scomponendole e frammentandole in numerose istantanee».

Commenta l’assessore alla cultura Alberto Parigi: «Arriva in Galleria Bertoia un nome di assoluto prestigio come quello di Maurizio Galimberti. Se da un lato il Comune di Pordenone continua a valorizzare i suoi spazi espositivi attraverso le mostre di grandi artisti, dall’altro offre al pubblico – e, nello specifico, a quello di Pordenonelegge – l’occasione per assistere ad esposizioni di questo calibro, che valorizzano l’opera di un fotografo quotatissimo a livello internazionale, capace di farci vedere la storia con occhi nuovi, offrendoci un’occasione per riflettere».

Maurizio Galimberti (Como, 1956) si dedica alla fotografia dal 1983. Famoso anche per i ritratti di star come Lady Gaga, Robert De Niro e Johnny Depp, diventa testimonial mondiale di Polaroid International e oggi è considerato un instant artist coinvolto in innumerevoli progetti. Attraverso la rielaborazione di fotografie celebri già esistenti, che raccontano gli ultimi cento anni di storia, sono stati realizzati dei “mosaici” fotografici che interpretano nuovamente momenti storici importanti.

Le matrici sono fotogrammi di film come La Ciociara, La Grande Guerra e Easy Rider, ma anche drammatiche foto storiche dei bambini ad Auschwitz, la bomba atomica a Hiroshima, l’omicidio del presidente Kennedy, la disperazione degli esuli Giuliani, la prigionia di Aldo Moro, il processo Craxi, oltre all’ultimo concerto di Freddie Mercury al Wembley Stadium, ad un ritratto di Jimi Hendrix, alla tragedia dell’Heysel e a Che Guevara.

«Ogni opera – spiega Alvise Rampini, direttore del CRAF – è una sorta di mosaico inverso, che frammenta l’immagine istantanea in una moltitudine di fotogrammi generati da essa, conferendo movimento e nuova emozione alla staticità della fotografia di partenza. Per questo ogni opera è un unicum, una creazione artistica non riproducibile».

Conclude Rampini: «Le immagini esposte sono state rielaborate da fotografie scattate a partire dal 1937 ed hanno come temi alcuni importanti fatti di storia, eventi di cronaca o sono legati al cinema. Per questo si sottolinea l’importanza di questa mostra sotto il profilo educativo: uno strumento che mettiamo a disposizione delle scuole per far conoscere la storia e la società attraverso la fotografia e le arti visive».

Le fotografie esposte in questa mostra sono una sintesi di due volumi: Uno sguardo nel labirinto della storia e L’illusione di una storia senza futuro, entrambi prodotti da Skira con il supporto di Paolo Ludovici e della Luchi Collection. Infine la recentissima pubblicazione Maurizio Galimberti con Denis Curti, Il mosaico del mondo. La mia vita messa a fuoco, edizioni Marsilio.




Condividi