“Valute e Criptovalute sotto Pressione: Euro Debole e Bitcoin Raggiunge Resistenze Chiave”
L’economia globale sembra stabilizzarsi verso un ritrovato equilibrio, con una crescita resiliente e un allentamento delle pressioni inflazionistiche, come evidenziato dal rapporto dell’OCSE di questa settimana.
Nel frattempo, ha sorpreso i mercati l’annuncio della Cina, che ha lanciato un piano economico del valore superiore al 3% del PIL. Per dare un’idea della portata della manovra, è una mossa più consistente di quella adottata durante la pandemia di Covid-19 e la più significativa dal 2015. Questo annuncio ha avuto un impatto rilevante su tutti i mercati azionari anche al di fuori della Cina. L’indice FTSE All-World, esclusi gli Stati Uniti, ha registrato un rally vicino al suo massimo del 2021.
Sul fronte della politica monetaria, settembre 2024 si preannuncia il mese più espansivo da aprile 2020, quando la pandemia di Covid-19 era appena iniziata. Stando alle previsioni sui prossimi tagli previsti entro la fine dell’anno, il 2024 potrebbe diventare il terzo anno più espansivo dopo il 2009.
Dal punto di vista macroeconomico, l’indice PCE (la misura dell’inflazione preferita dalla Fed) negli Stati Uniti è sceso oltre le attese, passando da +2,5% a +2,2% contro una previsione di +2,4%. Anche le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono diminuite, raggiungendo un nuovo minimo degli ultimi quattro mesi.
Nel mercato delle materie prime, l’oro continua il suo trend positivo, segnando la fine del peggior decennio per le materie prime dagli anni ’30. Anche l’argento ha registrato un aumento, toccando in settimana il massimo degli ultimi 12 anni. In controtendenza, il petrolio greggio ha perso quasi il 6%, scendendo sotto i 70 dollari al barile.
Mercato Azionario
Continua il rally del mercato azionario, portando gli indici a nuovi massimi storici. Nella settimana, i mercati dei Paesi Emergenti hanno registrato performance superiori rispetto a quelli del G7; l’Europa e il Giappone hanno superato gli Stati Uniti, con S&P 500 e Nasdaq in rialzo rispettivamente dello 0,6% e dell’1,1% mentre l’Eurostoxx50 + 3,6% e il nostro Ftse Mib + 0,8%. Nonostante l’Europa abbia battuto gli Stati Uniti questa settimana, dall’inizio dell’anno l’S&P 500 ha sovraperformato nettamente (+20,30% vs. +11,47%) dell’Eurostoxx50.
La vera protagonista della settimana è stata comunque la Cina, e in particolare il suo mercato domestico, con un rimbalzo superiore al 15% (migliore performance dal 2008), che ha trasformato il risultato da inizio anno da negativo a positivo, quasi raggiungendo le due cifre. Anche il mercato internazionale cinese, con l’Hang Seng, ha continuato la sua salita, registrando la migliore performance dal 1998. Una curiosità: la manovra economica cinese ha avuto un altro impatto diretto, con il settore del lusso europeo che, nella giornata della conferenza stampa della Banca Popolare Cinese, ha vissuto il suo giorno migliore da diversi anni.
Mercato Obbligazionario
Le stime preliminari mensili del tasso di inflazione in Europa mostrano valori inferiori alle attese, la variazione dei prezzi è attribuibile a una serie di dati economici deboli. Questo ha aumentato le aspettative di un taglio dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea il prossimo mese. Il mercato ora prevede una probabilità del 60% di un allentamento monetario nella riunione di ottobre, rispetto al 26% circa della settimana precedente. L’attenzione e le preoccupazioni si sono ora spostate in Europa, come già accaduto per la Cina, sul tema della crescita, nonostante preoccupi ancora l’inflazione nel settore dei servizi. Dall’altra parte dell’Atlantico, invece, il dibattito sull’entità del taglio dei tassi di interesse previsto dalla Federal Reserve per novembre si sta intensificando, con gli investitori che stanno aumentando le loro scommesse. Sui futures legati alle decisioni della banca centrale, gli investitori si mostrano leggermente più orientati verso un secondo allentamento consecutivo di mezzo punto in occasione della riunione del 7 novembre. In settimana bene l’obbligazionario corporate, in particolare per i titoli investment grade, mentre prosegue il trend positivo del segmento high yield.
Mercato delle materie prime
L’oro si è stabilizzato vicino al massimo storico, in quanto i deboli dati statunitensi hanno rafforzato le aspettative di tagli più profondi dei tassi di interesse. L’oro è stato inoltre sostenuto dai forti acquisti delle banche centrali e dalle crescenti tensioni geopolitiche, che hanno alimentato la domanda di beni rifugio, chiude al valore record di 2.651 dollari l’oncia. Anche l’argento, che tende a muoversi in gran parte in tandem con l’oro (fungendo da copertura macroeconomica e valutaria) ha chiuso ai massimi degli ultimi 12 anni. Nel frattempo, il WTI ha corretto del 3,68%, scendendo sotto i 70 dollari al barile. A pesare sono stati i rumors sulla produzione dell’OPEC+, il targeting dell’Arabia Saudita, l’accordo in Libia e gli effetti climatici negli Stati Uniti.
Mercato delle valute
I dati deboli sull’attività economica e sull’inflazione stanno pesando anche sul mercato valutario. L’euro-dollaro rimane in una fase interlocutoria, anche se è possibile un indebolimento della nostra valuta nei prossimi giorni, in linea con la debolezza economica. Nel frattempo, il Dollar Index staziona sotto i valori medi, ma è possibile un rimbalzo verso i 104 punti dagli attuali 100. Il Bitcoin, dopo aver riconquistato venerdì i 65.000 dollari, potrebbe subire un ritracciamento dopo aver toccato un importante livello di resistenza.
Dott. Alessandro Pazzaglia, consulente finanziario indipendente, www.pazzagliapartners.it