Federico Tavan, Attraverso i miei occhi, dal 14 settembre

PORCIA – Inaugura Mercoledì 14 settembre alle ore 18.00, negli spazi della Cantina dei Principi Porcia e, a seguire, al Casello di Guardia di Porcia, la Mostra d’arte “Federico Tavan. Attraverso i miei occhi” di Fabio Ferretti De Virgilis.

L’artista, che vive a Pordenone e insegna al Liceo Artistico Galvani, non indugia sul paesaggio di Andreis in cui Federico Tavan passa i suoi giorni solitari, né sugli abbagli e i fragori tonanti che accompagnavano certi suoi soliloqui rabbiosi e inascoltati. Egli ritrae l’uomo-poeta e le poche figure che lo circondano (qualche conoscente, una donna austera, un cane feroce, la diffidente pantegana).

Con il carboncino nero o la grafite blu cobalto, su grandi fogli di cartone industriale, Ferretti realizza ritratti sovradimensionati, volti ingigantiti e inquadrature ravvicinate, come se la distanza dovesse essere superata e come se l’artista avesse bisogno quasi di un contatto, di sentire gli umori, di indagare le pieghe, il ghigno, l’alito, il sudore e la polvere depositata sui capelli di Federico Tavan, sconvolti dal letto e dai pensieri di un vecchio-bambino sempre sbagliato.

Cosi appresso, quasi annullando le distanze, l’artista accoglie un volto che si deforma senza smascherarsi, e ne conserva l’enigma. Mostra l’esistenza contro, le potenzialità onnipotenti dell’arcano. Tutto resta e tutto si svela in questi ritratti profondi e potenti.

Le espressioni non sono ridotte, corrette, o lasciate in controluce come fossero implicite. Tutto il tempo di Federico Tavan viene esposto per lasciar affiorare il disagio e a volte l’orrore, il riso sarcastico e la domanda finale, punti nodali della sua narrazione.

In mostra si potranno vedere anche gli idoli di carta di Fabio Ferretti De Virgilis, il loro sorriso enigmatico, con gli occhi socchiusi per lasciar intravedere, comprendere e persino proteggere l’immaginario di Federico Tavan.

Sono gli dei degli altri e dell’altrove. Non è dato conoscere i riti che sono loro graditi, le litanie e i sacrifici che regolano i loro umori. Sono idoli apparentemente inermi, sono dei che segnano i confini e costituiscono i muri a secco della montagna friulana. Divinità dei luoghi interiori.

La mostra promossa dalla Fondazione Giovanni Santin, con il Patrocinio dei Comuni di Porcia e Andreis, resterà aperta fino al 14 ottobre .




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