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sabato , 23 Novembre 2024

Arredamont chiude con oltre 30mila visitatori

LONGARONE – Va in archivio con un bilancio al di sopra delle aspettative, la 42esima edizione di Arredamont, la Mostra dell’arredare in montagna che si è chiusa ieri a Longarone Fiere.

Sono stati, infatti, raggiunti i 30 mila visitatori che nei nove giorni di fiera, cominciata il 26 ottobre scorso, hanno gremito i padiglioni per vedere i prodotti e conoscere gli espositori, 180 per oltre 200 marchi, provenienti da 11 regioni e 4 Paesi esteri.

Numeri molto importanti che permettono allo storico appuntamento di riferimento per l’arredamento di montagna di ritornare sugli standard consueti dopo le ripercussioni subite lo scorso anno a causa della tempesta Vaia, che proprio in quei giorni si abbatteva sulle montagne del Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, provocando danni per 160 mila euro alla stessa struttura fieristica, una giornata di chiusura, grosse difficoltà ad accedervi per il clima infausto e i problemi sulle strade.

L’ultimo fine settimana, in particolare, ha segnato un’impennata nelle entrate, con tanta gente ad affollarsi tra gli stand, distribuiti su una superficie di ben 17 mila metri quadrati: operatori e appassionati del settore, giovani coppie, famiglie con bambini al seguito, persone più avanti con gli anni che da sempre non mancano l’appuntamento.

“Sappiamo tutti cosa ha provocato Vaia per queste terre e queste comunità – spiega il presidente di Longarone Fiere Gian Angelo Bellati – Dopo quello che è accaduto siamo ripartiti non senza qualche fatica, ma adesso che siamo arrivati alla conclusione possiamo festeggiare.

È un risultato che ci rinfranca e che ora vogliamo condividere con tutti coloro che hanno voluto esserci: gli espositori, prima di tutto, il pubblico che è venuto a trovarci, le autorità, tutta la squadra della fiera che ha lavorato alacremente. Dire grazie è dire poco”.
Ospite d’onore, nel fine settimana, è stato il vescovo di Belluno-Feltre, monsignor Renato Marangoni che, accolto dal vice presidente Giorgio Bosa e dal Sindaco di Longarone Roberto Padrin, si è intrattenuto tra gli stand con gli espositori e i visitatori e ha impartito la benedizione dall’area di Arte In Fiera Dolomiti.

Arredamont è stata una straordinaria mostra dell’arredare in montagna, con un’offerta di altissima qualità: mobili, oggetti, complementi, tessuti e oggettistica per la montagna, per le abitazioni private e per le strutture ricettive, molte delle quali guardano con interesse a questo settore anche in vista dei rinnovi degli ambienti per i Mondiali di sci Cortina 2021 e le Olimpiadi invernali Cortina 2026.

Tanti, inoltre, gli eventi collaterali: Cita, Consociazione italiana dei tappezzieri arredatori, con rappresentanze da tutta Italia; i Mascherai alpini che nei nove giorni hanno portato a compimento la realizzazione delle due panchine con il legno schiantato da Vaia e scolpite e intagliate con le maschere dei rispettivi paesi di provenienza; il laboratorio Dolomiti Handmade perla di creatività e ingegno; la presentazione in anteprima del nuovo libro sulla tragedia del 1963 “Vajont, una storia da raccontare”; i workshop e gli approfondimenti proposti dal CFS – Centro di Formazione e Sicurezza di Belluno, l’Istituto “Enrico Fermi” – IPSIA Mobile e Arredamento di Santo Stefano di Cadore e il Centro Consorzi di Sedico, a conferma dell’impegno verso le nuove generazioni e il mondo della scuola.

Molto significativa, anche in questa circostanza come nelle precedenti fiere, la presenza di Arte In Fiera Dolomiti, per la direzione artistica di Franco Fonzo, elegante connubio tra l’arte declinata in vario modo, dalla pittura alla scultura, e l’attenzione per la montagna.

Un altro elemento da sottolineare infine è la crescita significativa dei buyers stranieri presenti in fiera, a cui è corrisposto un aumento degli incontri B2B, a contrassegnare un’ulteriore spinta all’internazionalizzazione di Arredamont, obiettivo strategico su cui punta forte Longarone Fiere.

“Arredamont – sottolinea il presidente Bellati – conferma il suo radicamento con il territorio dolomitico e alpino e nel contempo attrae interesse oltre confine affermandosi come un evento unico nel suo genere in Europa. Anche per questo, un anno dopo Vaia il risultato è stato straordinario, proprio ricordando da dove ripartivamo: un segno che ci dà fiducia per il futuro”.

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