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sabato , 23 Novembre 2024

Mercati finanziari in deciso recupero. Risale il petrolio

MERCATI AZIONARI
Dopo lo stop della settimana scorsa che aveva testato la solidità del trend rialzista ‘nato’ sui minimi di marzo, il mercato ha ripreso tono, non solo tenendo i livelli raggiunti ma trovandovi spinta per la continuazione della tendenza ancora in corso.

L’S&P 500 disegna così un altro minimo crescente (a quota 3.000 circa), dopo quello di metà maggio a quota 2.800, consentendo non solo la costruzione di una trendline visibile ma anche moderando la velocità di salita. Quest’ultima rimane comunque sostenuta e tale considerazione vale ancora di più per il Nasdaq 100, vicino ai massimi assoluti di area 10.000 e che ha trovato il suo minimo di rilancio del trend a quota 9.500.

Uno storno (che complessivamente ha impattato per un 6%-7%) utile ad eliminare l’ipercomprato negli indicatori di breve e dare ossigeno quindi ad un rialzo che vede ancora due costanti nella sua evoluzione. La prima legata alle dinamiche macroeconomiche: i mercati danno fiducia ad una view sostanzialmente ottimistica circa le prospettive di recupero dell’economia e nell’ottava appena trascorsa hanno incorporato i dati delle vendite al dettaglio, usciti molto più alti rispetto alle attese degli analisti.

Un po’ come per il dato sulla disoccupazione, i valori macro sembrano mostrare un rebound più corposo, evento che ha consentito al Presidente Trump di festeggiare nuovamente i segnali positivi provenienti dall’economia.

Si tratta di un recupero connesso alla politica meno stringente sulle riaperture dopo il lockdown voluta dall’attuale amministrazione americana, che ha, come contropartita però, una situazione sui contagi che non appare pienamente sotto controllo.

Sono infatti 2 milioni ormai i contagi negli USA, con stati come Florida e Texas come epicentri, mentre a livello globale preoccupa ancora la situazione in America Latina. Sempre in settimana, sono giunte le notizie di nuove necessarie chiusure a Pechino, con le autorità preoccupate dall’insorgere di nuovi focolai.

Le borse, tuttavia, nel loro pricing di un rinnovato rischio Covid-19, restano convinte della possibilità di controllo della situazione (o di avere in tempo una formulazione farmacologica efficace), pur nella consapevolezza che sarà quasi impossibile arrivare ad eliminare tutti i focolai.

La settimana si chiude quindi con progressi tra il 2% e 3% per gli indici USA (ma con un close sotto i massimi causato dai nuovi dati sui contagi e da prese di profitto) e con valori anche migliori per le europee, mentre hanno fatto più fatica gli emergenti (Brasile escluso, nonostante le gravi problematiche dei contagi in atto).

A livello di trend generale, il mercato mantiene la propria impostazione rialzista di breve/medio periodo, così come gli aspetti di valutazione che si attestano su multipli elevati. In tale ottica e come testimoniato dal recente storno improvvisto (con la debacle giornaliera dell’S&P 500 di quasi 5 punti percentuali), fasi di incrementi di volatilità (più o meno marcate) sono da mettere in conto anche nei prossimi mesi. L’elemento centrale sarà la costruzione di trend sostenibili e coerenti con le dinamiche economiche.

MATERIE PRIME
Per quanto riguarda le materie prime, al tono positivo dell’indice generale ha contribuito la risalita del greggio e del comparto energetico. Il petrolio si attesta in chiusura in area 40 (+11% nella settimana). Positivi anche i metalli industriali in un movimento quindi pro-ciclico. Moderatamente positivo l’oro che chiude a quota 1.750 Euro l’oncia .

MERCATO OBBLIGAZIONARIO
In ambito reddito fisso, il ritorno di positività visto sull’equity ha portato ad un buon risultato anche per i segmenti più rischiosi, con buoni incrementi per il comparto corporate, in particolare per la componente High Yield (tanto area Euro che area Dollaro).

Per il segmento investment grade, invece, è solo la parte US ad aver espresso un apprezzamento significativo, che diviene anche più significativa tenendo conto che ha sostanzialmente riguadagnato i livelli di inizio marzo (annullando il drawdown occorso).
A dare ancora spinta al comparto corporate è stata la decisione della Fed di una estensione del programma di acquisti di titoli per sostenere le borse e l’economia reale.

In particolare, la banca centrale americana ha dichiarato che oltre ad acquistare ETF sul mercato primario estenderà l’acquisto ai singoli corporate bond sul mercato secondario fino ad un ammontare pari a 750 miliardi di dollari con lo scopo di assicurare il corretto funzionamento del credito.

Gli acquisti di corporate bond si baseranno su un indice che contiene tutte le obbligazioni societarie sul mercato secondario con una soglia di rating minima e con una determinata scadenza. La misura, secondo la Fed, inoltre minimizzerà i costi di finanziamento per quelle imprese al di sotto del rating investment grade, consentendo loro di avere maggiore tempo di gestione della crisi.

Il governatore della Fed, Powell, pur evidenziando i segnali di miglioramento dell’economia in crisi, ha messo in guardia da facili ottimismi, in considerazione della significativa incertezza ancora presente e del rischio che un allungamento dei tempi di risoluzione della stessa possa produrre danni permanenti su diverse aree di business. Il decennale americano si è marginalmente rivalutato di qualche basis point, attestandosi in close in area 0,70%-0,75%.

Sul fronte europeo invece la situazione in tema di Recovery Fund resta ancora piuttosto statica, tanto da portare la presidente della BCE Lagarde a sollecitare i leader europei per trovare un accordo rapido. Questo in considerazione degli stessi dati che Lagarde ha presentato e che evidenziano una stima di calo del PIL dell’8,7% per l’intera zona Euro nel 2020 mitigato solo in parte dal +5,2% previsto per il 2021.

In tema di tassi, se il Bund ha seguito il Treasury nella parziale risalita dei rendimenti, per l’area periferica vi è stato un andamento opposto e coerente con la fase di Risk on da parte degli operatori. Il decennale italiano è sceso sotto quota 1,40%, ai minimi da fine marzo, in un contesto che vede l’Italia pronta a ‘sfornare’ una nuova emissione.

MERCATO VALUTARIO
In ambito forex, il cross Euro Dollaro ha ritracciato moderatamente, riportandosi a quota 1,12/1,125, dopo il top delle scorse settimane in area 1,14. A favorire il biglietto verde i dati sui consumi negli USA, risultati migliori delle attese. Misti gli altri rapporti di cambio: si rafforzano Sterlina e Yen mentre la Sterlina si è indebolita, sulla scia di una Brexit non ancora convincente.

Dott. Alessandro Pazzaglia Consulente Finanziario Autonomo

Mail : [email protected]

Sito : www.pazzagliapartners.it

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