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Pordenone
sabato , 23 Novembre 2024

Arrestato 26enne richiedente asilo per droga e file pedopornografici

PORDENONE – Nell’ambito dei dispositivi di controllo e vigilanza del territorio, nella giornata di sabato 10 ottobre, una pattuglia dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico – Squadra Volante della Questura di Pordenone, notava in viale Martelli un giovane che alla vista della polizia, montava su una bici allontanandosi precipitosamente. Gli agenti avevano modo di notare come il giovane nel frattempo si disfacesse di un bilancino digitale di precisione, gettandolo sul marciapiede.

A questo punto i poliziotti lo inseguivano e lo bloccavano poco più avanti, sottoponendolo ad un più accurato controllo che consentiva di rinvenire indosso al ragazzo 7,5 grammi di hashish destinati allo spaccio e numerose banconote del taglio da euro 5, verosimile provento della illecita attività.

Accompagnato negli uffici della Questura il giovane veniva identificato per H.A. 26enne cittadino afghano, richiedente asilo domiciliato ed ospitato presso una struttura di accoglienza del capoluogo cittadino, in attesa di convocazione per l’esame del proprio status.

Stante la flagranza del reato di illecita detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio ex art 73 DPR 309/90 T.U. Stupefacenti, si effettuava una perquisizione domiciliare anche presso la sua dimora all’interno della struttura di accoglienza che dava esito positivo, in quanto vi si rinvenivano numerose bustine in cellophane ritagliate ed utilizzate per confezionare dosi di stupefacenti da spacciare.

Però da un approfondimento sullo smartphone del giovane, sottoposto a sequestro, i poliziotti avevano modo di scoprire e rinvenire oltre 2000 file video a contenuto pedopornografico.

Sussistendo quindi la flagranza dei reati di illecita detenzione di sostanze stupefacenti ex art 73 DPR 309/90 e Detenzione di ingente quantità di materiale a contenuto pedopornografico realizzato con sfruttamento sessuale di minori ex art. 600 quater comma 2 C.P. il giovane veniva tratto in arresto ed associato presso la casa circondariale di Udine a disposizione del Pubblico Ministero dr. Marco Faion, titolare del procedimento.

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