PORDENONE – Le porte della Sala Teresina Degan della Biblioteca Civica, nel pomeriggio di mercoledì 4 dicembre, si sono aperte per accogliere il numeroso pubblico intervenuto ad ascoltare quattro relatori di alto profilo, chiamati a trattare un tema quanto mai attuale e complesso, “il rispetto”, in un convegno voluto dalla FIDAPA, sezione di Pordenone, nella persona della Presidente Morena Cristofori e della Vice Presidente Maria Luisa Casucci, direttamente coinvolta per statuto dell’associazione.
L’evento dal titolo “Il Rispetto: parola dimenticata? Il Rispetto a salvaguardia dei Diritti Umani”, ha visto alternarsi nella trattazione figure eccellenti appartenenti a vari ambiti professionali : Manuela Zanussi, avvocato del Foro di Pordenone, Lisandra D’agostino, Tenente Colonnello della Base USAF di Aviano, Chiara Vergani, nella sua veste di pedagogista e scrittrice e Giada Rossi, campionessa paralimpica con oro a Parigi ‘24, pluripremiata già in passato nella disciplina del Tennistavolo.
Morena Cristofori, dopo aver salutato e ringraziato per la sua presenza la Vicaria del Questore, Mara Ferasin, ha presentato con orgoglio l’evento lasciando la parola alla Vice Presidente.
Maria Luisa Casucci, moderatrice dell’incontro, nell’introdurre i lavori ha sottolineato il peso e l’importanza delle parole, che possono esaltare, avvilire, produrre violenza psicologica. Per osservare il rispetto dell’altro, dell’altrui opinione, serve una “buona educazione” ed implica non solo diritti ma anche doveri.
Manuela Zanussi ha affrontato il complesso tema del rispetto attraverso un excursus storico –legislativo a partire dalla sua etimologia latina e descrivendo le varie fasi della nascita dei Diritti Umani, dall’Illuminismo all’Età contemporanea, nella
Costituzione, nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, avanti la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo istituita dalla CEDU nel 1950. Ne ha altresì, in conclusione, evidenziato il suo grande valore ed il suo essere presente nella cultura dell’educazione e dei nostri doveri.
La Tenente Colonnello, Lisandra D’agostino, si è detta onorata di stare tra donne che vogliono difendere i diritti ed ha raccontato come anche nella cultura americana la donna ha dovuto faticare per essere riconosciuta nella completezza dei propri diritti.
Ancora oggi, ha affermato, si può percepire un qualche sentimento di discriminazione da parte dell’uomo nel momento in cui si indossa la divisa…il rispetto è un diritto di tutti a prescindere dal ruolo sociale e dal sesso.
Chiara Vergani, ha invece affrontato il tema del Bullismo e del Cyberbullismo, una problematica molto diffusa tra gli adolescenti, soprattutto nei contesti scolastici, e purtroppo in espansione. Formatrice di grande esperienza, ha portato i risultati di studi scientifici e statistici che evidenziano l’elevata percentuale in ogni ordine di scuola superiore dell’aggressività psicologica e agita soprattutto attaverso i canali “social”, che portano alla perdita dell’autostima, all’insicurezza e alla mancanza di fiducia negli altri. Le politiche scolastiche giocano un ruolo fondamentale, in quanto le categorie della gentilezza, dell’empatia e del rispetto vanno insegnate.
Giada Rossi, con l’energia e la freschezza che la caratterizza, ha messo ben in evidenza la valenza dello sport nella cultura del rispetto, sin da tenera età, insieme al ruolo della famiglia. Ha altresì affermato che “ la mancanza della parola rispetto nella costituzione ci fa capire che se ne parla solo quando i diritti sono negati. Oggi finalmente si parla di atleti nel mondo paralimpico e questo è una conquista. La medaglia più grande che si possa ricevere è quella di essere apprezzata come donna e persona”.
Crediamo che questa affermazione della straordinaria Giada Rossi, includa tutto il senso della parola “Rispetto” e dei Diritti che essa sottende. La prova che essa non è in alcun modo una parola dimenticata.
Il Convegno si è concluso con l’invito della Presidente Morena Cristofori a Giada Rossi a diventare immediatamente una socia “young” di Fidapa.
La sua risposta affermativa appare la traduzione di una speranza attesa, che possa aggiungere e dare valore al rispetto dei Diritti Umani.
Antonietta Maria Di Paola