Autocertificazioni, in quali casi possono essere usate?

Uno strumento che è diventato di pubblico dominio negli ultimi mesi, da quando è sulla bocca di tutti a causa dell’ampio uso riferito all’emergenza Coronavirus con conseguente stato di lock down. Ma quando si parla di autocertificazione si fa altresì riferimento ad uno strumento che esiste da anni, nato per apportare semplificazioni.
Dal punto di vista tecnico una autocertificazione è un documento tramite il quale ad un cittadino viene riconosciuta la facoltà di presentare di proprio pugno attestati che certifichino il godimento di determinati status. Il tutto in sostituzione delle tradizionali certificazioni richieste solitamente da Pubbliche Amministrazioni o uffici privati di varia natura. L’autocertificazione può essere richiesta da tutti i cittadini italiani o appartenenti all’Unione Europea; anche i cittadini extracomunitari residenti in Italia possono farvi ricorso.

Cosa si può autocertificare?

Sono tanti i documenti che possono essere redatti tramite autocertificazione: uno dei più frequenti, ad esempio, l’autocertificazione stato di famiglia tramite la quale è possibile dichiarare quali sono le persone che vivono nell’abitazione riferita all’indirizzo di residenza specificato.
Ma sono tanti gli stati che possono essere dichiarati tramite una autocertificazione: tra i tanti è possibile citare data e luogo di nascita; residenza; godimento dei diritti civili e politici; iscrizione ad albi, registri o elenchi tenuti dalla Pubblica Amministrazione; situazione reddituale ed economica per ottenere determinati benefici; assolvimento di obblighi contributivi.
Una semplificazione non da poco soprattutto quando si ha a che fare con la Pubblica Amministrazione, rapporto che, come noto, può essere estremamente complesso da portare avanti.

Cosa si rischia certificando il falso

Fin qui la parte dei vantaggi; ma con questo approccio sono presenti anche rischi legati soprattutto alle dichiarazioni non vere. Autocertificare il falso è un reato che ha risvolti penali, questo è bene tenerlo a mente. La pena può arrivare fino a 6 anni di carcere nei cadi più gravi.
La fattispecie di reato è inquadrata dall’articolo 495 del Codice Penale e parla di “Falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale”. Ciò in virtù del fatto che la autocertificazione è un documento (introdotto dal DPR n.445 del 2000) che va a sostituire un certificato pubblico ufficiale, chi decide di scriverla di proprio pugno godendo dei relativi benefici si assume i rischi del caso.
Ecco allora che, conseguentemente, chiunque sia sorpreso ad attestare il falso al pubblico ufficiale in una autocertificazione, quindi in atto pubblico (fatti dei quali l’atto è destinato a provare la verità), commette un reato perseguibile penalmente.




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