Il futuro è digitale a Pordenone: 33 milioni al Piano scuola

Investire nello sviluppo e nel rinnovamento della scuola è uno step fondamentale verso la crescita culturale, sociale ed economica di un paese. In questo contesto assumono un ruolo importante i 33 milioni di euro stanziati dal Pnrr per le scuole del Friuli Venezia Giulia, di cui parte saranno stanziati alla provincia di Pordenone.

Perché investire nella scuola 4.0

I fondi stanziati dal Pnrr per le scuole del Friuli ammontano a 33 milioni di euro. Il fine è quello di sostenere lo sviluppo della scuola 4.0, ovvero una scuola che prevede maggiore interattività e coinvolgimento degli studenti, che vede in questi il fulcro della scuola e nella tecnologia uno strumento a supporto dell’insegnamento.

Dei 33 milioni totali, circa 8,4 milioni saranno stanziati per la provincia di Pordenone, 6,2 milioni per quella di Trieste, 4,2 milioni per la provincia di Gorizia e 4,4 milioni per la città di Udine.

Alla base della Scuola 4.0 vi è una considerazione di carattere più generale. Il mercato del lavoro sta cambiando, e lo sta facendo molto rapidamente. Questo porta a dover ripensare completamente alcune professioni, e allo stesso tempo a prepararsi alla nascita di nuovi mestieri legati al mondo digitale e tecnologico, che ormai dettano i tempi e le tendenze dominanti del mercato.

Da qui l’idea di formare i ragazzi sin dalla scuola dell’obbligo, aiutandoli ad entrare in un’ottica nuova, che gli permetta un accesso agevolato al mondo lavorativo e istruendoli proprio su quelle competenze che rappresentano il motivo trainante del mercato.

Le potenzialità future date dal digitale

La nascita di nuove figure professionali legate alla tecnologia e al mondo del digitale, però, non deve intimorire. La credenza secondo cui l’innovazione tecnologica spazzi via ogni abilità prettamente umana non è corretta: alla base dei mestieri nati negli anni più recenti e che continueranno inevitabilmente a nascere, infatti, dovrà sempre esserci il controllo del singolo individuo.

Il digitale rappresenta quindi un’occasione da non perdere per innalzare notevolmente il tasso occupazionale. Non tutti sanno, inoltre, che i lavori che si intrecciano con il mondo digitale sono oggi anche tra i più richiesti e meglio retribuiti, in Italia e in tutto il mondo.

Al contrario di quanto si possa pensare, per ricoprire professioni inerenti al mondo digitale non è obbligatorio essere in possesso di particolari titoli di studio. Ciò rende tali mestieri decisamente più accessibili rispetto a quelli maggiormente retribuiti degli ultimi decenni.

Prendendo come esempio il mestiere dello sviluppatore (ormai indispensabile all’interno di aziende medio-piccole e grandi), chi si chiede come diventare web developer può tirare un sospiro di sollievo, in quanto basta formarsi tramite alcuni corsi intensivi validi e reperibili sul web. Lo stesso vale per altre professioni molto tecniche e specifiche, inerenti ad esempio al mondo della cybersicurezza, tra i più gettonati dell’ultimo biennio in particolare.

Professioni di questo tipo, dunque, sono particolarmente indicate per chi vuole entrare rapidamente nel mondo del lavoro (giovani diplomati in primis) o reinventarsi in ottica di reinserimento nel mondo del lavoro o di cambio di carriera. Inoltre, trattandosi molto spesso di mestieri che non richiedono la presenza fisica in ufficio, possono essere un’ottima occasione anche per colmare il divario di genere attuale. Tali lavori, infatti, danno la possibilità di studiare o di svolgere altre mansioni nel frattempo, o di dedicarsi alla vita familiare e al proprio tempo libero.

La spinta digitale degli ultimi anni ha già abituato molti lavorati a tali modalità e scegliere una di queste professioni grazie al supporto di fondi pubblici o seguire una strada privata, risulta in ogni caso vantaggioso.




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