La via della seta e del vino

La richiesta di vino dal parte del sud est asiatico sta facendo registrare incrementi considerevoli. Se è vero che il mercato nord-americano è sempre il faro cui guardano aziende ed esportatori, il mercato del vino nel Far East si sta facendo piuttosto incalzante. I 6,95 miliardi di euro generati a livello globale dalle esportazioni verso il nord America, sono seguiti a ruota dall’export nel Far East, che raggiunge i 6,45 miliardi di euro.

La corsa all’export in Asia vede al momento l’Italia in ritardo rispetto alla concorrente storica, la Francia. I francesi guidano infatti l’export vinicolo verso l’Asia Orientale con il 50% della quota del mercato; seguono il Cile e l’Australia, mentre l’Italia si ferma al solo 6,5%.

Il numero crescente di visitatori e buyers orientali presenti a Vinitaly evidenzia tuttavia un aumentato interesse verso il made in Italy, supportato anche da varie iniziative messe in campo da parte dell’Agenzia ICE piuttosto che da Verona Fiere con la piattaforma Wine to Asia. Si tratta di iniziative frutto della collaborazione tra Enti, Istituzioni e settore privato particolarmente importanti e necessarie per affrontare i mercati orientali, molto diversi rispetto a quelli già sperimentati e in cui il tasso di penetrazione del vino italiano è più massiccio.

La diversità, ovviamente, è frutto anche e soprattutto di una diversa tradizione alimentare e, conseguentemente, di palati che vanno studiati, compresi ed interpretati. La proposta del vino italiano non può, infatti, esimersi dal tenere conto della gastronomia locale e dell’abbinamento cibo-vino che ne consegue sempre senza mai tralasciare i gusti locali.

Ad ogni modo, secondo gli studi Nomisma Wine Monitor, le prospettive per il vino italiano nei prossimi 5 anni nei paesi del Sol Levante sono confortevoli: un tasso medio del 5% dovrebbe interessare le esportazioni nell’area orientale, con la Cina che farà da traino ad una velocità probabilmente maggiore.

La richiesta dai paesi asiatici è più consistente tra i vini rossi, molto più contenute le esportazioni dei vini bianchi e delle bollicine che rimangono ancora legate, il più delle volte, ai vini con residuo zuccherino percepibile.

Antonio Lodedo




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