Mercato del lavoro in Friuli Venezia Giulia verso la ripresa nel post-pandemia

Dopo il rallentamento dell’economia legato alla pandemia e alle conseguenti restrizioni, si vedono ormai chiari segnali di ripresa in Friuli Venezia-Giulia. Dopo un calo del prodotto interno lordo dell’8,9% nel corso del 2020, il 2021 sta vedendo promettenti segnali che indicano una possibile ripresa anche oltre i livelli pre-pandemia. Vediamo allora quali sono le prospettive dell’immediato futuro per il mercato del lavoro in Friuli Venezia-Giulia.

Assunzioni in aumento in regione

Secondo i dati dell’Osservatorio regionale per il mercato del lavoro, i primi sette mesi del 2021 hanno visto una crescita delle assunzioni del 27% rispetto allo scorso anno. I numeri si avvicinano ai livelli del 2019, e si prevede quindi che entro la fine dell’anno si potrà raggiungere o superare l’occupazione del pre-pandemia.

La crescita percentuale è quasi identica per uomini e donne, ma l’occupazione femminile era stata colpita più duramente durante la crisi. Guardando ai numeri la differenza è ancora notevole, con 15.000 uomini impiegati a fronte di 6.600 donne.

Le assunzioni hanno iniziato a salire notevolmente soprattutto da marzo, in corrispondenza con la campagna vaccinale e con un rallentamento della curva dei contagi in Italia. Si tratta di dati in linea con le previsioni riguardanti il PIL, che dovrebbe aumentare del 5,2% nel corso del 2021.

I settori che hanno trainato la ripresa e che hanno visto il maggior numero di assunzioni sono quelli delle costruzioni, dell’istruzione e della manifattura. Anche settori più duramente colpiti durante la pandemia, come il terziario e il comparto turistico, mostrano incoraggianti segnali di ripresa. È da notare che il Friuli Venezia-Giulia aveva risentito meno di altre regioni l’impatto del coronavirus, grazie alla sua vocazione per l’esportazione e per il settore innovativo, che meglio hanno retto rispetto ad altri.

Sfide e prospettive future per l’impiego

Tra i settori che crescono più velocemente, spinti anche dalle circostanze legate a pandemia e lockdown, c’è quello del terziario avanzato. In particolare, il boom di vendite in linea del 2020 ha visto un’ulteriore espansione della domanda di professionisti di e-commerce e negozi online.
Questa richiesta di personale qualificato si scontra però spesso con una carenza di competenze adeguate sul mercato del lavoro. Secondo Anna Mareschi Danieli, Presidente di Confindustria Udine, diversi fattori concorrono a esacerbare il problema, tra cui crollo demografico, mancata attenzione alle potenzialità della forza lavoro femminile, e un calo di immigrazione qualificata in seguito alla pandemia.

C’è quindi bisogno di allineare domanda e offerta di impiego, promuovendo la formazione verso professioni nei settori terziario avanzato e digitale. Se ne occupano già enti privati come aulab, che offre corsi intensivi per diventare programmatore web in pochi mesi e avere poi accesso alle diverse opportunità collegate alle competenze in coding, oltre al competitivo stipendio di un web developer. Si parla qui di cifre che partono dai 1.100 euro al mese per i profili junior, arrivando anche a 3.000 euro per programmatori full stack con più esperienza. Acquisire solide conoscenze in programmazione può anche aiutare a riempire quel gap tra la richiesta di lavoratori qualificati e la preparazione dei candidati.

Il Recovery Plan potrebbe essere un’occasione per vedere investimenti pubblici non soltanto nelle infrastrutture per i collegamenti, ma anche in una più diffusa competenza in ambito digitale. Se così fosse, il mismatch sul mercato del lavoro potrebbe trovare una risoluzione positiva grazie alla riqualificazione e formazione della forza lavoro.

In ogni caso, Osservatorio regionale, industria e sindacati concordano che la crescita occupazionale in Friuli Venezia-Giulia non sarà soltanto un fenomeno passeggero. Anche nel 2022, infatti, il PIL si prevede in crescita del 4,5%, portando con sé la promessa di nuove assunzioni anche nei mesi a venire.




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