ANDAR PER CANTINE – Roi Clâr, la piccola realtà di Michele Beàn tra esperienza e innovazione

FVG – Tutto è iniziato con la telefonata del caro amico Flavio Milani, appassionato di storie di vino e di Friuli, che pochi giorni fa mi invita a conoscere un nuovo piccolo produttore. Nuovo si fa per dire, perché Michele Beàn, uno dei motori dell’azienda insieme al fratello Matteo Beàn e a Raffaele Petris, lavora nel mondo del vino da oltre 20 anni ed ha accumulato una bella esperienza come consulente enologico ed agronomico in giro per il mondo.

Ci troviamo nella sede della cantina presso la bellissima villa cinquecentesca che è Villa Beria, nel centro di Manzano. Ad accoglierci è proprio Michele, che inizia subito a raccontarci come a volte è la vita che ti porta in direzioni impreviste, come se tutto fosse già deciso dal destino che, con una serie di fortunate coincidenze, lo ha portato a fondare Roi Clâr e cominciare a produrre i suoi vini dai vigneti di famiglia.

Michele è un ragazzone grande e grosso, con un viso aperto e simpatico, sembra molto giovane, ma il suo percorso professionale è stato davvero molto lungo. La sua prima esperienza in cantina è a Buttrio con l’enologo Giorgio Grai, da cui apprende la difficile arte del blending, prosegue poi a Dolegna del Collio sotto la guida dell’enologo Franco dalla Rosa, che lui stesso definisce come uno dei suoi maestri.

In seguito parte per un’esperienza negli Stati Uniti dove affronta le difficoltà della viticoltura californiana e al suo ritorno, nel 2003, approda presso l’azienda siciliana Cottanera, alle falde dell’Etna, dove diventa direttore tecnico. Da lì in poi la sua attività di consulente prende il volo e lo vede alla guida di diverse cantine importanti, ancora in Sicilia, poi in Toscana e in Umbria.

E’ proprio durante la permanenza in Umbria che Michele conosce Fabrizio Ratti, esperto di lavorazioni della terracotta, insieme al quale fonda Sirio Anfore, azienda artigianale specializzata nella produzione di anfore per il vino, in un progetto che unisce la passione per mondo del vino all’antica arte di modellare l’argilla.

Le nuove tecnologie utilizzate portano ad una evoluzione della terracotta per arrivare ad anfore in ceramica microporosa che assicurano diversi gradi di ossigenazione al vino, senza trasmettere gli aromi terziari dati dai contenitori in legno. Così un prodotto usato da migliaia di anni per la conservazione del vino diventa un oggetto moderno e versatile.

Negli ultimi anni il richiamo della sua terra si fa sentire e Michele ritorna a vivere in Friuli Venezia Giulia, dove collabora con una cantina di Farra d’Isonzo, nella quale inserisce l’utilizzo delle anfore di sua produzione per la vinificazione e l’affinamento dei vini, senza abbandonare la sua attività di consulenza (vinomancino.it) in Italia e all’estero.

Due anni fa l’incontro con Raffaele Petris, che proviene da un’esperienza ventennale nell’organizzazione di eventi dedicati ad arte, musica e spettacolo, ma con studi di enologia alle spalle, e la decisione insieme al fratello Matteo Beàn di mettersi in gioco tutti e tre insieme, per creare vini che non seguano le mode, che siano sinceri ma anche creati senza preconcetti, vini coraggiosi e intensi, vinificati con la verticalità data dalle anfore.

I pochi ettari di vigneti di famiglia si trovano intorno alla borgata di Noax, frazione di Corno di Rosazzo e il nome dell’azienda in friulano significa Rio Chiaro, antico nome del torrente Corno che scorre lì vicino.

I vitigni sono pochi ma di quelli che sono alla base dell’enologia friulana: il friulano da vigneti antichi, i più recenti risalenti al 1960, con un grappolo lungo e acini che in maturazione diventano ambrati; il merlot, anch’esso da filari centenari, dagli acini blu, ricchi e polposi; nella parte più collinare un vigneto dove prevale il pinot grigio, ma come si usava una volta si trovano anche piante di malvasia e ribolla gialla. Qui il terreno è marnoso, c’è la classica ponca friulana, che dona freschezza e mineralità ai vini.
E finalmente parliamo dei vini, prima annata prodotta e imbottigliata con l’etichetta Roi Clâr, la 2020.

Due sono le linee prodotte. La prima, più fresca e accattivante, comprende due vini: Primo Bianco a base di pinot grigio, con qualche interferenza di friulano e Primo Rosso, merlot in purezza. Beverini ma con carattere.

La linea Cru, più austera e complessa, ha tre referenze: Friulano, Pinot Grigio Ramato, Merlot. Tutti i vini affinano in anfore Sirio, alcuni per pochi giorni, alcuni per un periodo più lungo; il procedimento preciso di vinificazione è un segreto del produttore, che prosegue il suo cammino di sperimentazione con le anfore, sempre con un’attenzione maniacale al fine di evitare fenomeni di ossidazione o riduzione.

A me il processo di vinificazione interessa relativamente poco, ciò che importa è quello che racconta il vino quando lo metti nel bicchiere. Tutti i vini assaggiati mi hanno colpito per la loro forte personalità, non sono vini convenzionali, ma sono buoni, emozionanti, vini che ti arrivano al cuore.
“Il mondo non ha bisogno di altri vini sul mercato, ma avrà sempre sete di nuove storie e nuove esperienze.” – Michele Beàn

Rosa Prisciandaro

Società agricola Roi Clâr S.S.
Tel: + 39 393 0045542
https://roiclar.com/
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Azienda: Via San Biagio 37, Noax – Corno di Rosazzo (UD).
Cantina: via Francesco di Manzano 1 – Manzano (UD).




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