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sabato , 23 Novembre 2024

Teranum, per celebrare un vino di marcata asperità

Il Terrano affonda le proprie radici in pochi centimetri di terra rossastra, ricca di ferro e minerali che ricopre la bianca e arida roccia carsica.

Il vitigno appartiene alla più ampia famiglia dei Refoschi e si distingue per il carattere selvatico ma sincero, non facile da “addomesticare” che lo rende estremamente tipico, autoctono e decisamente non modaiolo.

L’aspetto che più lo caratterizza è una marcata asperità che si esprime attraverso livelli piuttosto sostenuti di acidità. E’ un’asperità che non è solo sensazione tattile al palato, ma è anche pura espressione dell’orografia del territorio, che si fonde e diventa un tutt’uno con il vitigno e il vino. Ne scaturisce un matrimonio di coerenza, autenticità e autoctonia davvero unico, nel quale il rapporto vino-territorio è caratterizzato da una reciproca dipendenza.

Il Terrano o Teran in lingua slovena, è stato un vino di particolare interesse per i Romani, i quali attraverso l’autorevole voce di Plinio il Vecchio, attribuivano addirittura proprietà medicamentose, tanto da essere consigliato alle persone affette da anemia, così come, durante l’Impero Asburgico, il suo consumo era consigliato alle puerpere.
Durante il periodo della Serenissima Repubblica di Venezia, i vini “terrani” erano i vini coltivati in loco e si distinguevano dai vini “navigati”, ossia i vini che giungevano su imbarcazioni da paesi lontani.

Il Terrano è, ad ogni modo, un vitigno dalle svariate interpretazioni. I campioni degustati a Teranum, evento organizzato dall’Associazione Viticoltori del Carso, hanno evidenziato il comune denominatore rappresentato dalla sostenuta acidità dei vini, seppur caratterizzati da differenti strutture.

Vini snelli e sferzanti piuttosto che morbidi e di corpo pieno si sono alternati in una grande varietà di interpretazioni da agricoltura convenzionale, biologica e biodinamica.

L’utilizzo dei legni di varia capacità ha conferito ai prodotti un timbro espressivo molto personale, così come i tempi di macerazione delle uve hanno impresso sul prodotto finale lo stile del singolo vignaiolo.

Il Terrano è vitigno non addomesticabile ma che, tuttavia, si lascia interpretare dai viticoltori del Carso, i quali, legati a questo autoctono, ma anche ad altri come ad esempio le bianche Vitovska e Malvasia, mantengono saldo il legame al territorio, alla cultura e alle tradizioni locali.

Antonio Lodedo

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