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lunedì , 23 Dicembre 2024

Vinitaly Bio, il vino si tinge di green

Credo si possa affermare con sufficiente certezza che anche in ambito vitivinicolo concetti quali biologico, biodinamico, naturale non rappresentino solo una moda finalizzata a maggiori vendite, ma costituiscano invece uno stile di produzione oramai codificato e ricercato.

E sempre con sufficiente certezza si può oggi affermare che il consumatore consapevole e attento rivolge sempre più la propria attenzione ai metodi di produzione del vino che salvaguardano l’ambiente dal quale provengono le uve impiegate.

Ora, prima di giungere a conclusioni errate o fuorvianti, dev’essere ribadito che i vini prodotti secondo metodi convenzionali non sono certo di valore qualitativo inferiore, rispetto a quelli prodotti con metodi naturali, né presentano alcun problema da un punto di vista salutistico.

Certo è che i mercati mostrano segnali sempre più consistenti di vendite in crescita per i prodotti biologici o naturali, ai quali il consumatore, in particolare quello estero, sembra attribuire un valore qualitativo superiore.

Nord Europa e Nord America in testa fanno registrare vendite in aumento per queste tipologie di vini e gli studi del settore indicano che, almeno per i prossimi cinque anni, questa tendenza sarà confermata.

Tali vini, che possiamo accorpare sotto la più generica denominazione green, vengono generalmente ottenuti senza l’utilizzo di prodotti di sintesi ma con utilizzo di zolfo, rame, concimi di origine naturale e con totale messa al bando di pesticidi e diserbanti chimici.

Questa è anche la linea di condotta seguita da Montalbano Agricola di Povoletto, presente all’interno del Padiglione 8 di Vinitaly nell’area BIO, che ha intrapreso questa sfida oltre trent’anni fa, convertendo la propria vigna al biologico e dando il via, per prima in Friuli Venezia Giulia, alle pratiche di sostenibilità ambientale.

Nell’ambito delle tecniche di allevamento biologiche della vite si lavora in prevenzione, secondo il vecchio adagio che è meglio prevenire che curare.

Si ricerca la tutela della sanità delle uve fin dalla loro iniziale formazione, piuttosto che intervenire con l’ausilio di prodotti chimici nel momento in cui si manifestano attacchi da parte di agenti patogeni.

Inoltre, questo sistema di gestione del vigneto comporta inevitabilmente cali di produzione o rinunce al raccolto nel momento in cui le condizioni climatiche siano particolarmente avverse.
Più in generale, il mondo della biodinamica è molto più vasto e soprattutto privo di una certificazione riconosciuta da una legge comunitaria.

La linea di confine tra filosofia di vita e stile di coltivazione in quest’ambito è molto sottile: oltre alla messa al bando dei prodotti di sintesi, si cerca di preservare il più possibile l’ambiente agricolo ristabilendo le condizioni di completezza dei suoi vari elementi, introducendo l’apicoltura in azienda perché è grazie alle api che avviene l’impollinazione, seguendo le fasi lunari, favorendo l’insediamento degli insetti “amici” in campo ecc…

Altrettanto affascinante è la gestione del vigneto da parte dell’azienda Mastri Vinai Bressan di Farra d’Isonzo, anche loro presenti all’interno del Padiglione 8 di Vinitaly nell’area BIO. Non si definiscono biologici né biodinamici, ma attenti a preservare la salute ambiente.

La famiglia Bressan alleva con cura maniacale prevalentemente vitigni autoctoni friulani, prezioso patrimonio vitivinicolo regionale che oggi più che mai si sente l’esigenza di tutelare.

Anche nei loro terreni la chimica è messa al bando e si dedica massimo rispetto ai cicli naturali della vite. Questo significa ad esempio: no diserbanti, no irrigazione di soccorso, no solforosa, no filtrazioni ma solo la presenza dell’uomo al servizio dell’agricoltura per ottenerne frutti sempre più autentici ed integri.

E se con i vini green, ottenuti da vitigni coltivati come un tempo, è facile la tentazione di pensare ad un ritorno al passato, in realtà in tutte queste cantine la tradizione si lega a maggiori livelli di conoscenza ed esperienza ma anche alle moderne tecnologie che costituiscono, sicuramente, un valido aiuto al raggiungimento di livelli qualitativi sempre più elevati.

Antonio Lodedo

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