Federpreziosi, il comparto riparte in sicurezza

PORDENONE – L’occasione per una tavola rotonda on line è stata lanciata in questi giorni dal gruppo Federpreziosi di Ascom-Confcommercio, nelle figure dei direttore generale della federazione Steven Tranquilli e dal vice di Pordenone Aldo Biscontin .

Il motivo che ha visto il confronto in call fra i commercianti del comparto orafo di Pordenone e di Udine è stato suggerito dall’avvicinarsi del momento della ripartenza prevista per lunedì 18. Dai partecipanti è emersa una attenta analisi di quanto accaduto in questi mesi di chiusura, e ora che si inizia a intravedere, pur tra mille dubbi e contraddizioni, finalmente uno spiraglio positivo con l’apertura dei negozi, è stato il momento di fare il punto e tirare le somme di tutte le idee, le iniziative, gli umori e i progetti che si sono susseguiti e accumulati in epoca di lockdown.

Sulla sicurezza, elemento che per questo comparto rappresenta l’imprescindibile sotto molteplici punti di vista, per i collaboratori aziendali e per i clienti è stato sottolineato come i negozi del settore abbiano già applicato le linee guida generali elaborate dall’associazione di categoria.

Gli imprenditori orafi si dichiarano pronti per riaprire in sicurezza e accogliere ogni cliente con rinnovato entusiasmo. Uno sguardo d’insieme è stato rivolto anche al mercato che verrà, ponendo l’accento su come il consumatore, le sue aspettative, la sua motivazione all’acquisto è ciò che desidera siano cambiati in questi mesi di covid19. Per questo è emerso che ogni scelta che il punto vendita porrà in essere dovrà essere sostenibile, come sempre lo è stata, ma oggi ancor di più.

Questo concetto – hanno spiegato i responsabili di Federpreziosi – vale anche per «la programmazione, l’individuazione di nuovi fornitori, il proporre un prodotto ‘made in Italy’ e le scelte strategiche andranno fatte con la massima cura, perché ogni iniziativa se gestita secondo qualità, serietà e professionalità diventerà efficace e troverà un pubblico pronto ad accoglierla».




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