La settimana appena trascorsa ha riportato alta tensione sui mercati finanziari globali, innescata da una nuova escalation commerciale tra Stati Uniti, Unione Europea e Cina. L’introduzione di dazi americani fino al 104% su alcuni beni ha colpito a catena economia reale, fiducia degli investitori e asset finanziari, ridisegnando le aspettative su inflazione, crescita e politiche monetarie.
Europa in affanno: produzione in calo e allarme esodo industriale
Nel Vecchio Continente i segnali di rallentamento si moltiplicano. La produzione industriale tedesca è tornata negativa, e le stime di crescita per il 2025 sono state ritoccate al ribasso a un misero +0,1%. Il morale degli investitori della zona euro è crollato ai minimi recenti, mentre Bruxelles ha risposto ai dazi USA con misure per circa 26 miliardi di euro. Si fa sempre più concreta l’ipotesi di delocalizzazione di interi comparti industriali, con la Francia che invita le aziende a congelare gli investimenti oltreoceano.
USA e Cina: consumi giù, inflazione incerta, la Fed resta in allerta
Negli Stati Uniti, il sentiment dei consumatori è sceso bruscamente ad aprile, alimentando i timori per una frenata economica. A marzo, l’inflazione al consumo è salita del 2,4% annuo, mentre quella alla produzione è sorprendentemente calata. Un trend simile si osserva in Cina, dove sia CPI che PPI sono scesi più delle attese, segnalando un rallentamento già in corso.
La Federal Reserve ha fatto sapere, tramite alcuni suoi esponenti, di essere pronta a intervenire per stabilizzare i mercati in caso di necessità.
I mercati si spaccano: rally USA, vendite in Europa, oro superstar
Nonostante il quadro macro incerto, i listini statunitensi hanno messo a segno un poderoso rimbalzo: Nasdaq100 +7,4%, S&P 500 +5,7%, Russell 2000 +1,8%. Anche l’MSCI World ha beneficiato del recupero (+4,4%), ma il bilancio da inizio anno resta negativo (-5,9%). Europa invece in controtendenza: Eurostoxx50 -1,9%, Ftsemib -1,8%.
VIX giù, Treasury sotto pressione e oro ai massimi storici
La volatilità è calata (VIX -7,7%), ma il mercato obbligazionario USA ha vissuto momenti turbolenti. I rendimenti sono saliti nettamente: il Treasury decennale è balzato al 4,49%, mentre il biennale ha toccato il 3,96%. In Europa, i rendimenti sono rimasti più stabili: Bund decennale a 2,57%, BTP a 3,81%.
Nel frattempo, l’oro ha fatto segnare un nuovo massimo storico, chiudendo a 3.238 dollari l’oncia (+6,6% settimanale, +23,4% YTD), a testimonianza di una forte domanda di beni rifugio. Bene anche il comparto delle materie prime (+1,8%), mentre il petrolio continua a soffrire (-0,8% settimanale, -14,4% YTD).
Valute e crypto: debolezza del dollaro, Bitcoin più stabile del previsto
Il dollaro (DXY) ha perso terreno (-2,8%), accentuando la correzione da inizio anno (-7,5%). L’euro si è mantenuto stabile a 1,096. Il Bitcoin, sorprendentemente resiliente rispetto ai listini azionari, ha ceduto solo lo 0,4%, rimanendo sopra gli 83.000 dollari.
Dott. Alessandro Pazzaglia consulente finanziario autonomo, www.pazzagliapartners.it