Unindustria, Agrusti “trasferire il modello Pordenone su base regionale”

PORDENONE – Il decennio perduto, come lo chiamano gli economisti, è alle spalle.

Una crisi che, secondo il Presidente di Unindustria, Michelangelo Agrusti – intervenuto nella pubblicazione associativa di fine anno «ha trasformato anche noi come Associazione, nel nostro modo di essere e di agire, non solo e non più come mera rappresentanza ma soggetto attivo di politiche industriali, capaci di porci al centro di una straordinaria reazione collettiva fatta di istituzioni, politica, rappresentanze sociali, che ha sconfitto la paura, ha restituito la forza e la fiducia per vincere una sfida temeraria e costruire un nuovo futuro. Siamo stati in grado – dice ancora – di unire le altre categorie di imprenditori, artigiani, commercianti, agricoltori, cooperatori, per rimettere le imprese al centro dell’interesse generale della nostra società».

Unindustria protagonista di battaglie contro i progetti di deistituzionalizzazione progressiva «del nostro territorio – aggiunge Agrusti riferendosi all’accorpamento tra le Camere di Commercio di Pordenone e Udine – e del tentativo della sua marginalizzazione rispetto al resto della regione. Alcuni risultati li abbiamo ottenuti, per altri stiamo ancora guidando una reazione decisa ed irriducibile».

L’obiettivo di Unindustria Pordenone, garantito l’impegno costante sui fronti che la crisi aveva aperto e su quelli che l’attualità dei mercati ha imposto o ribadito – lavoro, scuola, formazione, ricerca, innovazione tecnologica e infrastrutture – è «trasferire il nostro modello confindustriale su base regionale: per avere più forza, più incisività nei rapporti con gli altri soggetti decisionali, per dar senso ad una grande associazione che contribuisca alla rinascita di una intera regione, valorizzandone le diverse vocazioni e specialità. Il percorso per una Confindustria Regionale ha questo senso: non una questione di statuti o di ambizioni di persone, ma la costruzione di un nuovo modello più forte, intelligente, efficace, che abbia al centro mai sé stesso ma ogni singola impresa che rappresentiamo».

Ma quant’è davvero alle spalle il decennio perduto? «L’inversione c’è, importante – spiega Paolo Candotti, Direttore Generale di Unindustria Pordenone –: in FVG il Pordenonese rappresenta la vera locomotiva: lo è per valore aggiunto dell’industria rispetto al PIL ritornato sopra il 30%, lo è per la percentuale di incremento dell’export (+10%), lo è ancora per il dinamismo del suo mercato del lavoro e per la propensione all’innovazione delle sue aziende. Un anno, dunque, che più che segnare una ripresa, segna una svolta».

I cui fattori chiave sono, sempre secondo Candotti, «la maggior produttività e la maggior flessibilità ottenute attraverso le ristrutturazioni e gli investimenti, l’innovazione dei prodotti e l’elevazione del loro valore medio attraverso l’incorporazione in essi di più tecnologia, design e sostenibilità ambientale, l’innovazione dei processi in chiave “lean e digital”, la diversificazione dei mercati di sbocco, soprattutto quelli esteri e la qualità delle risorse umane»

Duemiladiciassette in archivio, quindi, con la lettura dello sforzo compiuto da Unindustria per riuscire a centrare gli obiettivi strategici fissati a fine 2016: Industria 4.0, Logistica (retro-cantiere e retro-porto) e Formazione.

Industria 4.0. La fabbrica che verrà è un fatto concreto al quale Unindustria ha lavorato in netto anticipo rispetto al Governo. La Territoriale, quindi, come moltiplicatore del ruolo degli Atenei, dei Centri di Competenza e degli Innovation Hub il primo dei quali, in Italia, realizzato proprio a San Vito al Tagliamento nella Lean Experience Factory fondata assieme a McKinsey&Company. Un ruolo sociale che si conferma ed, anzi, trova rivoli sempre più impetuosi anche nel segmento della digitalizzazione di prodotto e processo.

Logistica. Mai come nel 2017 infrastrutture e nuove politiche industriali sono state tra i key-points in agenda, per rendere più competitivo il nostro territorio. Punto centrale dell’azione di Unindustria Pordenone, la creazione del Retro-Cantiere nell’area Pordenonese partita da un intervento di salvataggio per un’azienda in difficoltà. I numeri dell’operazione sono straordinari, sia nel presente sia nella traiettoria che il grande partner di questa operazione, Fincantieri (tramite la controllata Marine Interiors) ha descritto per i prossimi cinque anni. In ambito infrastrutturale grande enfasi alla necessità del completamento dello scalo ferroviario di Interporto.

Formazione. Formazione sotto la lente non solo nella stessa LEF, dove l’offerta è rivolta a chi opera nel mondo del lavoro, ma anche agli studenti grazie al ruolo battistrada di ITS Kennedy il cui felice format ha trovato riproposizioni in altre aree del Paese o ancora, STARS, un’esperienza antesignana dell’Alternanza Scuola-Lavoro, un programma entusiasmante e faticoso che riguarda migliaia di ragazzi, tante imprese e che Unindustria Pordenone considera fondamentale perché le sorti del capitale umano si leghino indissolubilmente al futuro del tessuto industriale.




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