Casarsa, bilancio positivo per la vendemmia a La Delizia Viticoltori Friulani

CASARSA DELLA DELIZIA – Conclusione della vendemmia, dopo poco più di un mese di raccolta, a La Delizia Viticoltori Friulani. Bilancio positivo, con oltre 300 mila quintali di uve raccolte, le quali per oltre il 95% sono state coltivate in modo sostenibile dal momento che La Delizia aderisce al SQNPI, Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata.

“Dopo l’andamento climatico incerto della primavera e inizio estate – ha commentato il direttore Mirko Bellini -, il bel tempo di fine agosto-settembre ci ha permesso di recuperare quantità e qualità, arrivando a confermare i dati della scorsa vendemmia 2020. La vendemmia 2021 sarà sicuramente ricordata per il sole che ha caratterizzato il mese di settembre, consentendo di effettuare un raccolto senza una goccia di pioggia. Questa condizione ha favorito non solo le uve a bacca bianca ma anche quelle a bacca rossa. Unitamente a tutto il comparto frutticolo, ha determinato un aumento delle caratteristiche organolettiche dei singoli prodotti. Operiamo proseguendo nell’impegno per la sostenibilità ambientale, sociale ed economica della nostra filiera, elemento sempre più richiesto dai consumatori e in cui noi in primis crediamo fortemente”.

La cantina di Casarsa, che ha compiuto quest’anno 90 anni, riunisce oltre 400 viticoltori soci per una superficie di 2000 ettari vitati. È tra le maggiori realtà vitivinicole del Friuli Venezia Giulia tra i vini fermi e spumanti, nonché tra le prime 9 in Italia per la produzione di Prosecco Doc.

Ora spazio alla produzione dei vini con le prime bottiglie nate dalla vendemmia 2021 che saranno pronte per il tardo autunno, in tempo per le festività natalizie. “Un Natale che ci auguriamo di piena ripresa – ha concluso Bellini – dopo le difficoltà del 2020 legate alla pandemia. Confidiamo che il settore Ho.Re.Ca. possa lavorare a pieno regime. Sul fronte dei mercati le prossime saranno settimane delicate visto il perdurare della bolla speculativa sulle materie prime, che stiamo affrontando in tutta la filiera alla pari delle altre aziende e alla quale si è ora aggiunto l’aumento dei costi energetici.

Acciaio, plastica e legno hanno incrementi di prezzo del 100-150%, troppo alti perché un sistema economico – non solo noi ma per tutte le aziende del comparto – li possa sostenere a lungo. Urge pensare a interventi di gestione di tipo sistemici e strutturali, per evitare cali di vendite futuri e mantenere il potere d’acquisto e i costi di produzione entro parametri di crescita”.




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