Paralimpiadi, l’oro di Giada Rossi e l’emozione di famiglia e amici
ZOPPOLA – Vola Giada era l’augurio fatto dalla famiglia il giorno del suo compleanno e della partenza per Parigi, ma il volo era partito il giorno della cerimonia di chiusura di Tokyo 2020 poi diventato 2021. In terra francese il volo pindarico si è concluso in apoteosi totale di gioia ed emozione che la, ora è leggenda, tigre di Zoppola ha dispensato ad ormai tutta la penisola, da Trieste, passando per casa a Poincicco di Zoppola, in giù fino alla Sicilia con tappa a Messina del genio e mentore Alessandro Arcigli.
Il connubio tra i due è una bella cosa tant’è che la zoppolana nel momento di rientrare all’angolo, dopo essere diventata campionessa paralimpica, ha urlato Alessandro cosa abbiamo fatto. Emozione a mille anche per la famiglia e supporter presente sugli spalti con il capo ultras, il papà Andrea, capace di far innamorare la curva transalpina che in presa ad una estasi collettiva ha sostenuto la pordenonese al grido di Italia-Italia.
Tanta roba, poi entusiasmo allo stato puro per Arcigli che ha accompagnato la bionda azzurra nel giro di campo per ricevere l’applauso dei 6000 presenti. Bello, bellissimo per arrivare a trovare le forze per un canto liberatorio con il nostro inno. Così è andata, un viaggio che era così sognato, Giada è arrivata semplicemente dove voleva arrivare, ed è inutile parlare dei sacrifici fatti per questo successo per che chi vince gioisce e basta.
Il volo dell’aquila della orgogliosa bandiera friulana ha centrato l’obbiettivo. Una grande vittoria di squadra, Italia terza nel medagliere del tennistavolo, due ori e due bronzi con sei partecipanti. Le dediche e i ringraziamenti per Giada sono fonte di imbarazzo, quindi ancora una volta è il percorso il vero valore delle cose, non vuole essere di esempio o insegnare qualcosa a qualcuno, chi sa si prenda la sua parte di riconoscimento. Noisiamogiadarossi.