BARCIS – Nonostante le incertezze generate dalla pandemia, i Premi letterari “Giuseppe Malattia della Vallata” e “Pierluigi Cappello” non si fermano: le premiazioni si svolgeranno domenica 6 settembre, con inizio alle ore 11.00, nel Piazzale di Palazzo Centi a Barcis per il Premio Malattia mentre giovedì 17 settembre nell’ambito di “pordenonelegge.it” sarà consegnato il Premio Cappello.
I concorrenti del Premio Malattia sono stati ben 214, provenienti da quasi tutte le regioni italiani e uno dalla Spagna, per un totale di quasi mille poesie: segno di fiducia e di voglia di superare le difficoltà attraverso la poesia.
Giunto alla 33ª edizione (essendo nato nel 1988 per i 40 anni della morte del poeta Giuseppe Malattia della Vallata), il “Premio letterario nazionale Giuseppe Malattia della Vallata” è organizzato dal Comune di Barcis in collaborazione con la Pro Barcis, la Fondazione pordenonelegge.it e il Circolo Culturale Menocchio, con il sostegno di Regione, Fondazione Friuli e Famiglia Malattia con la ditta Gialean. Il Premio è riservato alle poesie nei dialetti italiani e nelle lingue minoritarie, inedite o mai premiate in altri concorsi.
“In tutti questi anni – come sottolinea Maurizio Salvador, Presidente del Comitato organizzatore – non è aumentata solo la quantità dei partecipanti, ma soprattutto la qualità delle poesie presentate al premio, facendo di Barcis un ‘luogo di poesia’ e coniugando la cultura con la valorizzazione turistica della Valcellina”.
Giacomo Vit, a nome della Giuria, nel presentare gli 11 finalisti, tra i quali il 6 settembre saranno proclamati i tre vincitori, ha messo in evidenza come anche il Coronavirus sia entrato nelle tematiche dei partecipanti alla edizione 2020 del Premio: “non poteva che essere così, essendo riservato il concorso a ‘lavori in corso’, ossia a composizioni non ancora premiate, e quindi inevitabilmente condizionate (con versi espliciti o in maniera più velata) dalle problematiche che in questi ultimi mesi hanno attanagliato non solo la nostra nazione ma addirittura l’intera umanità.
Tuttavia, è importante evidenziare che la cosiddetta “ispirazione” non è sufficiente da sola a consegnarci un buon prodotto letterario. Bisogna che a essa segua poi quel lavoro di ‘labor limae’ in grado di controllare il ritmo del verso, la disposizione delle parole, la musicalità, l’utilizzo del non-detto, dello spazio bianco, come insegnava il compianto Pierluigi Cappello”.
Scelti dalla Giuria presieduta da Tommaso Scappaticci e composta da Aldo Colonnello, Fabio Franzin, Rosanna Paroni Bertoja, Fabio Maria Serpilli, Christian Sinicco, Giacomo Vit, segretario Roberto Malattia, gli undici finalisti sono: Emanuele Bertuzzi – Rauscedo (PN) con Ta dô’ peraulis – In due parole; Rino Cavasino – Firenze con
Maludòrmiri – Malsonno; Jacopo Curi – Appignano (MC) con Šcritta ‘a voce c’ha ‘n antru sônu – Scritta la voce ha un altro suono; Andrea De Luca – Lecce con Étude n.1 – Étude n.1 ; Daria De Pellegrini – Borgo Valbelluna (BL) con Strukakor – Pena; Clara Kaisermann – Mezzolombardo (TN) con La lista – La lista; Giovanni Laera – Polignano a Mare (BA) con Latuérne de figghie – Lamento di figlio; Stefano Lombardi – Precenicco (UD) con Lagrimis – Lacrime; Maurizio Noris – Albino (BG) con I girani d’avrìl – I gerani d’aprile; Claudio Pasi – Camposampiero (PD) con Spéjja – Spia; Edoardo Penoncini – Ferrara con Quand l’amór al ciàpa ‘n vèć – Quando un vecchio s’innamora.