Confindustria AA, nel 2024 il Fvg diventerà davvero speciale
PORDENONE – Dopo dodici anni dal piano elaborato per fare fronte all’onda lunga della crisi Lehman Brothers, che diede i natali a pregiatissimi pezzi come LEF, Polo Tecnologico Alto Adriatico e ITS Alto Adriatico – in un’ottica di necessario e perpetuo indirizzo all’innovazione e alla formazione – Confindustria Alto Adriatico, assieme ad altri partners pubblici (il sistema camerale e l’assessorato regionale all’Industria) e privati (società di consulting internazionale) si appresta a scrivere la seconda parte di quel piano.
Avrà durata decennale e sarà interamente dedicato alla manifattura del Friuli Venezia Giulia «perché, come ha spiegato questa mattina il Presidente di CAA, Michelangelo Agrusti durante la conferenza stampa di fine anno alla quale ha preso parte anche il Direttore generale, Massimiliano Ciarrocchi – dopo la guerra nel cuore dell’Europa il mondo è cambiato radicalmente, ci sono delle criticità, anche la crisi sulla via d’acqua di Suez potrebbe generare tensioni; dobbiamo tenerne conto, certo, ma noi – ha spiegato – viviamo in questo territorio che non può occuparsi direttamente di questioni sovranazionali.
Piuttosto, può preoccuparsi del fatto che da troppo tempo si lavori sul day by day, senza quindi una programmazione a gittata più lunga. La nostra è quindi una scelta di natura strategica e non tattica, di visione complessiva del sistema e non di intervento nel breve termine. Un lavoro complicato, importante in cui ci misureremo con la variabile-tempo che oggi scorre a una velocità straordinaria. E quello che ci resta per reagire efficacemente – ha aggiunto Agrusti – è davvero poco».
L’elaborazione del piano inizierà a gennaio e dovrebbe concludersi entro l’estate: «Ci sarà una fase di ascolto rivolta alle imprese, di interlocuzione con i soggetti coinvolti e, infine, di stesura del documento, un libro mastro col quale ci misureremo anche coi decisori pubblici».
Il riferimento è la necessità «non più imprescindibile di rendere quanto più appetibile e attrattivo il territorio regionale che può già vantare uno score di altissimo livello grazie a una piattaforma straordinariamente evoluta – quella post-2011 – che dovrà rinnovare il sistema industriale esistente, creare nuove competenze tecnico-scientifiche e gettare le premesse per la costituzione di imprese di nuova generazione».
Ma come si diventa ulteriormente appetibili? Per Agrusti, «affinché questa possa divenire una regione davvero speciale, e non mi riferisco certo allo statuto, si debbono realizzare condizioni di insediamento altrove inesistenti, semplificare i processi autorizzativi, applicare tassazioni vantaggiose per chi decide di investire, poter accedere a infrastrutture e logistica a basso costo e creare meccanismi agevolativi che stimolino e favoriscano l’aggregazione delle imprese di dimensioni piccole e piccolissime – che in Friuli Venezia Giulia rappresentano il 95% del totale».
Tra le priorità contingenti Agrusti ha ricordato le infrastrutture – il prolungamento della pedemontana veneta sulla quale l’assessore regionale Cristina Amirante «ha dimostrato sensibilità nella richiesta di una rapida messa a terra progettuale» e ha ribadito la necessità che la Regione dialoghi con RFI dell’asse Venezia Udine, «abbiamo solo evidenza dei progetti per quello Venezia Trieste ma col secondo – ha detto – si lega una parte importante delle chances di sviluppo e crescita di Interporto Centro Ingrosso di Pordenone, in procinto di fare nuovi investimenti».
Rispetto al 2023 il Presidente ha parlato di anno complicato durante il quale, però, il sistema industriale ha sostanzialmente tenuto. «Le attuali flessioni del settore casa sono diretta conseguenza dei due anni di crescita continua dovuta al Covid, periodo in cui l’edilizia era in affanno ma che oggi, grazie anche alle politiche di stimolo, è cresciuta al punto di non avere manodopera specializzata a sufficienza».
È stata anche l’occasione, per il vicepresidente di CAA, Paolo Candotti, Presidente del Consorzio Universitario cittadino, di annunciare per l’anno accademico 24/25 un nuovo indirizzo alla facoltà di Ingegneria legato alle energie rinnovabili e altri due corsi a indirizzo sanitario (dietistica).
Agrusti ha infine sottolineato che nel 2024 l’impegno culturale e sociale di CAA cresceranno ulteriormente: «Tramite la nostra Fondazione CRO Aviano Onlus distribuiremo apparecchiature ed elargizioni a favore dell’istituto avianese per circa mezzo milione di euro. Stiamo studiando – ha concluso Agrusti – le modalità di impiego di tali risorse che saranno decise esclusivamente dalla governance del CRO stesso».