Analisi Intermarket
Nel corso dell’ultima settimana, i mercati finanziari globali hanno mostrato segni di stabilizzazione, con un calo della volatilità pari all’11,9% secondo l’indice VIX, che misura la volatilità implicita del mercato azionario statunitense. Gli indici azionari hanno chiuso prevalentemente in territorio positivo, ad eccezione dell’Europa. Un evento chiave è stata la decisione della Banca Centrale Europea di tagliare i tassi d’interesse giovedì, sostenuta dal percorso di disinflazione confermato nell’Eurozona. Questa mossa ha influito significativamente sul mercato valutario, portando a un indebolimento dell’euro nei confronti del dollaro. Sul fronte delle materie prime, l’oro ha registrato un rialzo, consolidandosi come bene rifugio, mentre il petrolio ha subito un crollo significativo, influenzato da preoccupazioni per la domanda globale e dinamiche geopolitiche.
Asset Azionari
Negli Stati Uniti, i principali indici azionari hanno chiuso la settimana con guadagni moderati. L’S&P 500 ha segnato una crescita dello 0,9%, sostenuto dai settori tecnologico e dei consumi discrezionali, mentre il Nasdaq, legato alle aziende tecnologiche, ha registrato un aumento più contenuto, pari allo 0,3%. Le buone trimestrali di alcune grandi aziende tecnologiche hanno contribuito a mantenere il mercato in territorio positivo, nonostante le preoccupazioni legate ai tassi di interesse.
In Europa, invece, l’EuroStoxx 50 ha chiuso la settimana in leggero calo, con una flessione dello 0,3%, influenzato dalle persistenti preoccupazioni economiche e dall’inflazione. Anche il FTSE MIB italiano ha chiuso la settimana in negativo, con una discesa dello 0,4%, in gran parte a causa delle prese di profitto nel settore bancario.
Mercato Obbligazionario
Sul mercato obbligazionario, i rendimenti si sono stabilizzati durante la settimana dopo diverse settimane di aumenti, riflettendo la robusta situazione economica degli Stati Uniti. I rendimenti dei Treasury a 10 anni si sono mantenuti intorno al 4,09%, mentre quelli a breve termine, come i Treasury a 2 anni, si sono stabilizzati intorno al 3,95%, confermando una curva dei rendimenti con un differenziale positivo tra le due scadenze. Questo indica un miglioramento delle aspettative per l’economia statunitense, poiché storicamente un’inversione della curva (quando i rendimenti a breve termine sono più alti di quelli a lungo termine) anticipa un rallentamento economico, che al momento non sembra essere il caso.
In Europa, la Banca Centrale Europea ha proceduto a un taglio di 25 punti base, rispecchiando il percorso di disinflazione che ha confermato il suo avvio anche a settembre. Tuttavia, l’economia europea rimane debole, con particolare attenzione alla Germania, che sta affrontando una stagnazione economica e una domanda interna fiacca. Questo scenario ha spinto la BCE a una politica monetaria più accomodante, con l’obiettivo di sostenere la crescita e completare il percorso di stabilizzazione dell’inflazione.
Materie Prime
Nel mercato delle materie prime, l’oro ha registrato un apprezzamento del 2,43%, chiudendo la settimana a circa 2.721,60 dollari l’oncia. Il metallo prezioso continua a essere un rifugio sicuro per gli investitori, in un contesto di incertezza economica e politica globale. Inoltre, il calo del dollaro, legato al taglio dei tassi da parte della BCE, ha favorito l’aumento del prezzo dell’oro.
Da segnalare anche il buon andamento dell’argento, che ha registrato un guadagno del 4,66%. L’argento ha beneficiato dell’aumento della domanda sia come bene rifugio che per il suo utilizzo industriale, in particolare nelle tecnologie legate alle energie rinnovabili.
Al contrario, il petrolio ha subito un forte calo. Il WTI (West Texas Intermediate) è sceso dell’8,83%, chiudendo la settimana sotto i 70 dollari al barile, a 68,78 dollari. Questo crollo è stato causato dalle preoccupazioni per un rallentamento della domanda globale, soprattutto dalla Cina, e dall’aumento delle esportazioni da parte di paesi come l’Iran e la Russia, che ha contribuito a controbilanciare i tagli alla produzione dell’OPEC+. Questi fattori hanno esercitato una forte pressione ribassista sui prezzi del petrolio.
Forex
Nel mercato valutario, il dollaro statunitense ha continuato a riflettere la migliore situazione economica degli Stati Uniti rispetto al resto del mondo. Il Dollar Index ha messo a segno un rialzo dell’1,05% durante la settimana, sostenuto dalle solide prospettive economiche americane. Il dollaro ha recuperato in particolare nei confronti dell’euro, con il cross euro-dollaro che ha registrato un calo dello 0,64%, chiudendo la settimana intorno a 1,06. Questo movimento è stato influenzato dalla decisione della BCE di tagliare i tassi di interesse, un segnale di debolezza per l’economia europea, a fronte della robustezza degli Stati Uniti.
Inoltre, il dollaro ha mantenuto una posizione di forza contro altre valute globali, grazie alla resilienza del mercato del lavoro e ai dati economici positivi che supportano la prospettiva di tassi elevati ancora per un periodo prolungato.
Le criptovalute hanno registrato un rimbalzo significativo nel corso della settimana, seguendo l’andamento dell’oro come bene rifugio. Il Bitcoin ha segnato un aumento del 9,82%, chiudendo la settimana a circa 69.000 dollari. Questo rialzo è stato sostenuto dalla crescente percezione del Bitcoin come alternativa al denaro fiat e all’oro in tempi di incertezza economica e inflazione. Anche Ether, la seconda criptovaluta per capitalizzazione di mercato, ha guadagnato il 7,55%, beneficiando dell’aumento della domanda da parte degli investitori istituzionali e del crescente interesse per le applicazioni decentralizzate e le piattaforme di smart contract.
Dott. Alessandro Pazzaglia, consulente finanziario indipendente, www.pazzagliapartners.it