PORDENONE – È stato approvato in sede di Assemblea dei sindaci, presieduta dall’assessore alle Politiche sociali Guglielmina Cucci, e successivamente ratificato dalla Giunta comunale come da prassi, il “Format Sollievo”, destinato all’attivazione di interventi e misure a sostegno del lavoro di cura dei care giver e delle famiglie che autoproducono cura, con una apposita convenzione che andrà a suggellare la collaborazione tra i Servizi Sociali dell’Ambito del Noncello e l’Asp Umberto I.
«Si tratta di un progetto sperimentale che si avvale per la sua realizzazione dei fondi regionali per le non Autosufficienze, anche in attuazione dei Leps, Livelli essenziali delle prestazioni sociali, in riferimento alla platea di anziani e adulti non autosufficienti, per il quale sono stati impegnati 50mila euro, e che si svolgerà in tre step», annuncia l’assessore Cucci.
Nella prima fase verranno riservati 3 posti letto in un locale di 37 mq con bagno dedicato nella struttura di Casa Serena per un totale di 150 giorni ciascuno, in favore di anziani non autosufficienti in condizione di temporanea criticità, ovvero a fronte di un bisogno temporaneo programmato quale l’improvvisa assenza del caregiver (sia esso familiare o professionale), per ferie o malattia, difficoltà nel reperire assistenti familiari, o condizioni abitative critiche per adeguamenti atti a favorire la domiciliarità.
La permanenza massima per ciascun ospite sarà di 30 giorni, con possibilità di proroga motivata dalle caratteristiche del progetto o particolari esigenze.
Una seconda fase vede una analisi del fabbisogno diretta a calibrare interventi con differenti livelli d’intensità, anche col coinvolgimento delle realtà associative territoriali, già attive nei percorsi a supporto delle persone anziane «anche nell’ottica di promozione di quella partecipazione comunitaria e di sviluppo della sussidiarietà che va a rafforzare e qualificare il sistema sociale, come da Linee di programmazione d’Ambito 2024», afferma Cucci.
Parallelamente a un approfondimento specifico dedicato all’housing sociale assieme alle realtà del Terzo Settore, che già vi sono impegnate, è prevista inoltre una ricognizione di eventuali disponibilità di altre strutture Diurne e Residenziali presenti nei Comuni dell’Ambito per ampliare l’offerta, confermando l’approccio territoriale.
La terza fase infine sarà diretta a strutturare un piano di intervento analitico e completo in coerenza con gli esiti della sperimentazione.
«L’obiettivo – specifica Cucci – è quello di sviluppare una proposta territoriale diffusa a livello di Ambito alla luce dell’invecchiamento della popolazione, che rende necessari interventi mirati in campo sanitario, assistenziale e, più in generale, sulle politiche di welfare in favore degli anziani e di persone adulte e anziane non autosufficienti.
Con una popolazione anziana d’Ambito pari al 25,8 %, la domiciliarità risulta dunque centrale, richiedendo strategie complesse e filiere di servizi che possano accompagnare la vita dell’anziano nella sua casa e nel proprio contesto, nonché sostenere la famiglia e i care giver nel delicato compito di cura. Allo stesso tempo, è necessario incrementare la rete dei servizi di solidarietà e del volontariato nel percorso di assistenza e di sostegno dell’anziano.
Gli interventi di sollievo che si vanno sviluppando rispondono dunque alla necessità di strutturare nuovi e innovati servizi a supporto delle famiglie e del relativo lavoro di cura, fornendo “una sospensione” anche in casi di particolare sovraccarico fisico, mentale, ed emotivo, garantendo dunque la continuità assistenziale e la permanenza della persona assistita a domicilio e nel proprio ambiente di vita. I finanziamenti nazionali strutturali consentono inoltre di agire in una prospettiva di medio lungo termine».