Aziende, dipendenti e liberi professionisti: tutti pazzi per i buoni pasto

Il benessere dei dipendenti è una delle chiavi della produttività di un’azienda, ma anche di tanti altri fattori come la fedeltà dei collaboratori, la talent attraction e l’employee retention. Sempre più aziende stanno prendendo i loro dipendenti “per la gola”, proponendo loro servizi molto apprezzati come i buoni pasto.

Questi benefit danno ai collaboratori la possibilità di mangiare ciò che desiderano ad ora di pranzo nei ristoranti, nei pub, nei bar e in generale nei loro locali preferiti. Sono utilissimi per le aziende con o senza mensa.

Non sempre la mensa offre menù variegati, costringendo quindi i dipendenti ad accontentarsi dei piatti presenti che però potrebbero non incontrare i loro gusti culinari. I buoni pasto invece sono spendibili in tutti i locali convenzionati, dando ai collaboratori la possibilità di mangiare ciò che desiderano.

I vantaggi sono ancora più evidenti per le aziende prive di una mensa, poiché offrono un servizio aggiuntivo ai collaboratori senza incidere sullo stipendio. I dipendenti infatti non devono mettere mani al portafogli all’ora di pranzo per mangiare i loro piatti preferiti, ma devono semplicemente esibire il ticket. In questo modo non ci sono ulteriori spese da sostenere che, altrimenti, andrebbero a gravare inevitabilmente sul budget familiare riducendo la capacità di spesa delle famiglie.

Tantissimi anche i vantaggi in termini fiscali: i buoni pasto, quando non superano il valore di 4 euro per i buoni cartacei e di 8 euro quello dei buoni elettronici, sono esenti da tassazione.

Ma a trarne beneficio non sono solo i dipendenti, ma anche le aziende stesse che, oltre ai vantaggi citati inizialmente, possono fornire un servizio completamente deducibile e risparmiare così sui costi di gestione del personale. L’unico costo da sostenere è l’IVA, che è comunque agevolata al 4% e anche totalmente detraibile.

Si potrebbe pensare che liberi professionisti, agenti di commercio, freelance, ditte individuali e in generale tutti i soggetti che rientrano nella definizione di partite IVA siano esclusi da questi benefit, ma non è così. Anche le partite IVA possono utilizzare i buoni pasto, deducibili con una percentuale pari al 75%, con un importo massimo che non può superare il 2% del fatturato annuo complessivo.

La situazione varia però a seconda che si tratti di partite IVA con regime ordinario o regime forfettario. Il discorso merita un approfondimento, perciò rimandiamo alla pagina che spiega in dettaglio cosa sono i buoni pasto, come funzionano, come utilizzarli e chi ne ha diritto.

C’è un ultimo aspetto da sottolineare in termini di fruibilità: i buoni pasto possono essere usati non solo nei ristoranti e nelle pizzerie, ma anche in modi alternativi. Come? Ordinando cibo online e farselo spedire a casa, oppure procedere alla spesa al supermercato fisico oppure sul web per poi prepararsi con le proprie mani un pranzo sano e gustoso da portare al lavoro.




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