A piccoli passi, anno dopo anno, i vini naturali stanno conquistando i palati più curiosi e convincendo i palati più restii.
A Gambellara dal 5 al 7 aprile è andato in scena VinNatur Tasting, salone dei vini naturali che quest’anno ha avuto come location lo Show Room Margraf.
Si tratta di un vero e proprio capannone industriale nel quale sono stoccate lastre di marmo, diventate quasi una scenografia adattata ad arte per la manifestazione. Il marmo ha così fatto da cornice ai vini prodotti nel rispetto della terra.
Quasi una sorta di contrapposizione fra il marmo, che rappresenta lo sfruttamento della terra a cui spesso vengono inferte cicatrici indelebili per estrarlo ed i vini naturali che nascono, invece, dal massimo rispetto del terreno, habitat ideale per il vitigno ma più in generale anche per le altre piante e per gli animali, insetti compresi.
Il desiderio del viticoltore naturale è quello di intervenire il meno possibile in vigneto, ma anche in cantina.
L’obiettivo ultimo di questi viticoltori è quello di poter coltivazione rinunciando completamente a zolfo e rame, certamente prodotti presenti in natura, ma che in concentrazioni sostenute si allontanano dal concetto di “naturale”.
Forse non è utopia. Chi produce vini naturali si allontana dai prodotti di sintesi e si avvicina agli insegnamenti di botanici, di agronomi, e di entemologi.
Gli insetticidi, i pesticidi ed i fungicidi distruggono la biodiversità necessaria in campo, e con essa l’armonia della natura nella quale devono convivere, in una catena necessaria, piante ed animali.
Da un vigneto accuratamente gestito si ottengono uve sane e di ottima qualità.
Queste, una volta vendemmiate, devono ricevere le migliori attenzioni anche in cantina. E’ qui che i lieviti indigeni, presenti in vigna ed in cantina, completano quel processo di caratterizzazione del vino, conferendogli quella tipicità che è propria in un determinato ambiente.
Attraverso questa vinificazione, priva di interferenze e di prodotti di sintesi, si ottengono vini di una piacevolezza unica.
Per vignaioli di VinNatur, che non si limitano a seguire il regolamento che si sono imposti, la ricerca e la sperimentazione sono in continua evoluzione.
Alessandro Filippi, agronomo ed enologo ideatore del metodo della luce e del carbonio, è fra i protagonisti di questa sperimentazione.
Partendo dall’osservazione del terreno dove vengono allevati i vigneti, Alessandro è giunto alla conclusione che è necessario ripristinare il giusto rapporto tra carbonio vegetale e azoto attraverso le pratiche naturali quali il sovescio per disintossicare il terreno e favorire il ritorno degli insetti utili e dei microrganismi “amici” delle piante.
In tal senso va anche la fondamentale sostituzione dei prodotti di sintesi con efficaci tisane di erbe officinali.
Si tratta, in realtà, di processi che avvengono spontaneamente in ambienti autosufficienti quali i boschi e le foreste, dove tutto accade senza l’intervento dell’uomo.
E da questa osservazione Alessandro è partito per prendersi cura del terreno dei vigneti ma anche di terreni sui quali crescono altre colture.
Una volta preservata la vitalità del terreno, al produttore di vini naturali rimarrà l’arduo compito di saper interpretare l’annata poiché potrà mettere in bottiglia esclusivamente ciò che la natura gli ha donato e che a cui l’uomo potrà restituire quel gusto di antica genuinità.
Antonio Lodedo