FVG – “Decisione incomprensibile”. E’ determinato il presidente della Regione Fvg, Massimiliano Fedriga nel bocciare la decisione del Governo assunta questo pomeriggio, venerdì, 13 novembre, di far passare il Friuli Venezia Giulia dalla zona gialla alla zona arancione.
“E’ assurdo – lamenta il Governatore – che non possiamo sapere come vengono calcolati i parametri che ci hanno penalizzato. E che oltretutto non sono determinanti nella lotta alla pandemia, mentre invece abbiamo migliorato molti altri parametri. Questa comunità regionale ha dimostrato in questo periodo di combattere sempre unita la pandemia tanto è vero che ieri, non un anno fa, ho firmato un’ordinanza d’intesa con il ministero della Salute per darci delle nuove regole. Questo, perchè siamo persone responsabili e i cittadini sono responsabili”.
“Io sono convinto – aggiunge Fedriga – che tutti continueremo a rispettare le regole, a mantenere il distanziamento. Questa battaglia, però, si porta avanti se si va avanti insieme e gli appelli di condivisione non possono arrivare solo alle Regioni e ai cittadini. La condivisione deve farla anche il Governo, perchè quando vengono fatte scelte incomprensibili è più difficile portare avanti la battaglia”.
“Continuerò ad avere un’interlocuzione molto forte con il Governo – va avanti il Governatore regionale – per avere delle spiegazioni e, nel caso, dei correttivi rispetto a delle scelte sbagliate. Ci sono territori in questo Paese che, dai dati pubblici, versano in situazioni molto più difficili delle nostre. La battaglia alla pandemia è difficile e dobbiamo mettercela tutta, preservare gli ospedali, il lavoro dei medici, le terapie intensive per evitare il sovraffollamento. Ci stiamo muovendo in questa direzione. Dobbiamo condividere e non ordinare ai cittadini e l’ordinanza di ieri andava in quella direzione”.
“Ai cittadini del Friuli Venezia Giulia – conclude il presidente Fedriga – chiedo di continuare con il rigore nel comportamento, con il distanziamento, per abbassare tutti i dati, anche quelli più aleatori che ci hanno fornito. Pretendiamo, però, motivazioni serie, altrimenti è difficile pensare di portare avanti la battaglia uniti”.