Vinitaly 2019: Friuli Venezia Giulia, terra di grandi Sauvignon

PORDENONE – Durante la 53^ edizione di Vinitaly, lo stand ERSA FVG ha presentato un’interessantissima degustazione dei dodici Sauvignon regionali insigniti della medaglia d’oro al Concorso Mondiale del Sauvignon tenutosi a Udine nello scorso mese di marzo.

La degustazione, in collaborazione con AIS FVG, ha presentato le differenti interpretazioni di un vitigno che ha origini francesi, ove tutt’oggi si esprime in purezza ai massimi livelli nella Valle della Loira, ma che è stato capace di entrare nella composizione di blend di eccezionale carattere e fattura in terra di Bordeaux.

Contraddistinto da una evidente riconoscibilità, il Sauvignon deve parte del suo successo alla componente semi-aromatica che lo caratterizza, pur in presenza di differenti stili di vinificazione. Prediligendo climi prevalentemente freschi, il Sauvignon presenta sentori di frutta bianca, fiori di sambuco, peperone, foglia di pomodoro, note vegetali e di erbe aromatiche, che volgono, in presenza di climi miti o tendenzialmente caldi, verso un fruttato più maturo e caldo, che rinuncia alle note erbacee.

Al palato si esprime principalmente in termini di freschezza e medio corpo, accompagnati da buona intensità e persistenza gusto-olfattiva.
I Sauvignon friulani in degustazione, sebbene la regione sia piuttosto piccola e contribuisca per un 2% circa alla superficie vitata nazionale, hanno evidenziato nel calice caratteristiche eterogenee.

Queste diversità nascono principalmente dalla variabilità della composizione dei terreni regionali che in poco più di un centinaio di chilometri passano dalla ciottolosa pianura delle Grave, formatasi in seguito all’azione di riporto dei fiumi Tagliamento, Meduna e Cellina, alle argille calcaree e sabbie calcificate dei Colli Orientali, ai depositi alluvionali e argille rosse dell’isontino.

Non meno eterogenee sono le espressioni climatiche regionali influenzate da diversi livelli di piovosità e da una ventosità variabile caratterizzata sia dai venti di Bora che dal riparo offerto dalla fascia alpina e prealpina delle montagne. Altro fattore climatico importantissimo è l’effetto mitigatore del Mar Adriatico, che determina differenti tempi di maturazione delle uve, a seconda della distanza dei vigneti dalla linea costiera.

Il Sauvignon Blanc ha fatto propria questa variabilità del suolo e del clima che sono oramai espressioni del suo carattere e possiamo dire che il vitigno abbia trovato in FVG il suo habitat ideale tanto da potersi considerare oggi, a tutti gli effetti, un vitigno autoctono.

In degustazione si sono alternati i Sauvignon delle annate 2017 e 2018 delle seguenti aziende vinicole: Amandum di Dai Morars, Cantina di Rauscedo, Ermacora Dario e Luciano, Marinig Valerio, San Simone, Tenuta Luisa, Scubla Roberto, Specogna e Tenuta di Angoris. A chiudere la degustazione il Sauvignon 2018 Braida Santa Cecilia dell’Az. Pitars, insignito, oltre alla medaglia d’oro del concorso, del titolo di miglior Sauvignon d’Italia 2019 a conferma che la strada intrapresa dai viticoltori friulani è quella corretta.

Antonio Lodedo




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