Arrestato terzo componente banda autrice rapina oltre un anno fa

PORDENONE – La sera dello scorso 2 dicembre 2022 in seguito ad una segnalazione pervenuta alla locale Sala Operativa, una pattuglia delle Volanti interveniva in questa via San Donà di Piave per segnalazione di furto in atto.

Giunti sul posto gli operatori intercettavano un’autovettura Alfa Romeo Giulietta che alla vista della pattuglia si dava a precipitosa fuga; nasceva così un inseguimento per le vie del centro cittadino, protrattosi per diversi chilometri che si concludeva in questo viale Dante quando l’autovettura condotta da malviventi, dopo aver in precedenza colliso con l’autovettura di servizio, imboccava la predetta via contromano, andava ad impattare con due autovetture condotte da privati cittadini.

Dall’autovettura Giulietta scendevano cinque soggetti che si davano a precipitosa fuga; uno dei malviventi, successivamente identificato in G.S. veniva rincorso e fermato dagli operatori della volante e tratto in arresto.

Dopo i fatti accaduti la Squadra Mobile della Questura di Pordenone, sotto il coordinamento del Sostituto Procuratore Dr. Marco Faion, avviava una complessa ed articolata attività investigativa che permetteva di individuare l’esistenza di un vero e proprio sodalizio delinquenziale composto, oltre che dal predetto G.S., da quattro cittadini albanesi dediti alla commissione di furti in appartamento in tutto il centro nord Italia identificati nel B.Z. e in V.G. trentenne, P. S. ventisei anni, M. D. venticinque anni, tutti cittadini di origine albanese gravati da precedenti penali per reati contro il patrimonio e tutti senza fissa dimora in Italia.

Le indagini hanno permesso di appurare come il sodalizio delinquenziale fosse particolarmente scaltro e attento sia nelle comunicazioni che negli spostamenti; in particolare tutti i componenti del gruppo, al fine di eludere le investigazioni, erano soliti utilizzare sim telefoniche intestati a prestanome o a persone inesistenti e, quando commettevano i furti, non portavano mai al seguito i telefoni cellulari.

L’indagine assumeva respiro internazionale e si rendeva necessaria la collaborazione del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia presso la Direzione Centrale della Polizia Criminale della Polizia di Stato; il coinvolgimento di tale Servizio permetteva di appurare come che gli indagati, nel chiaro tentativo di ostacolare e impedire le investigazioni nei loro confronti, per raggiungere il Territorio Nazionale fossero soliti evitare l’imbarco su voli diretti Albania – Italia, perché sono soggetti a controlli di frontiera e alla registrazione nei terminali in uso alle forze di Polizia italiane delle generalità dei passeggeri, ma bensì raggiungessero il territorio nazionale su voli diretti dapprima o in Spagna o in Ungheria da cui dopo essere sottoposti a controlli di Frontiera dalle autorità di quei paesi, facevano ingresso nell’area Schengen e quindi raggiungevano il territorio nazionale muovendosi all’interno dell’area Schengen soggetta alla libera circolazione delle persone e delle merci.

Inoltre si scopriva come alcuni dei componenti del gruppo avevano di recente cambiato il cognome e richiesto un nuovo passaporto albanese, ed erano soliti utilizzare diversi alias o fornire diverse generalità.

Nel corso dell’attività veniva eseguita anche una perquisizione informatica sul cellulare risultato poi essere in uso ad uno dei componenti della banca: l’analisi risultava particolarmente utile e consentiva di raccogliere numerosi elementi probatori a carico del gruppo. Emergevano in particolar lo scambio di numerosi messaggi tra i componenti della banda che commentavano i colpi commessi ovvero individuavano gli obiettivi dove colpire, dove “far RASO,” termine che in gergo albanese vuol dire “far razzia”, “rubare”, da cui prende il nome l’operazione. Dall’analisi del cellulare emergeva inoltre come il gruppo fosse solito frequentare anche la Spagna, ed in particolare la città di Barcellona dove non si esclude possano aver commesso furti.

Attese le positive risultanze emerse dalle indagini condotte da questa Squadra Mobile, il Pubblico Ministero procedente richiedeva ed otteneva dal Giudice per le indagini Preliminari del Tribunale di Pordenone, Dr.ssa Monica Biasutti, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i reati di rapina, furto aggravato, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale nei confronti di B.Z. il quale lo scorso ottobre veniva catturato in Spagna dalla polizia iberica in esecuzione del Mandato d’ Arresto.

Lo scorso 30 novembre 2023 in Villaverla (Vi) V.G. altro componente del sodalizio veniva tratto in arresto nella flagranza di reato, ed associato alla casa circondariale di Vicenza, dai militari della Compagnia Carabinieri di Valdagno (Vi) per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, poiché nel corso di un servizio finalizzato ad identificare gli occupanti di un’autovettura segnalata in quella provincia per commettere furti d’abitazione, ed al fine di guadagnare la fuga, tentava ripetutamente di colpire con un cacciavite i militari che gli avevano intimato l’alt.

Appreso dell’arresto, il Pubblico Ministero procedente Dr. Faion, delegava il Gabinetto di Polizia Scientifica di Milano di procedere all’estrapolazione del profilo genetico del V.G. che risultava compatibile con il profilo genetico estrapolato dall’analisi condotte nell’immediatezza dei fatti su un cappello con visiera rinvenuto all’interno della Giulietta in uso ai rapinatori e sequestrato la sera del 2 dicembre 2022.

Considerato tale riscontro probatorio, unitamente agli ulteriori elementi probatori raccolti a suo carico, condividendo gli assunti probatori raccolti il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Pordenone, in data 7 gennaio, emetteva anche a carico del V.G. un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il reato di rapina aggravata e furto aggravato commessi in Pordenone in data 2/3 dicembre 2022.

L’ordinanza veniva eseguita nella serata di lunedì da personale della Squadra Mobile di Pordenone recatosi presso la casa circondariale di Vicenza per dar esecuzione al provvedimento restrittivo nei confronti del V.G.




Condividi