27.1 C
Pordenone
giovedì , 12 Giugno 2025

Aumento infortuni mortali in Fvg, Pordenone maglia nera

PORDENONE – Ancora impietosi i dati degli incidenti sul lavoro forniti dall’Inail elaborati dall’Anmil, che dimostrano che c’è molto da fare, ma se nella 73esima Giornata per le vittime di incidenti sul Lavoro realizzata sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio della Regione Friuli Venezia Giulia, del Comune di Pordenone, dell’Inail, della Rai, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti del Fvg, il Circolo della Stampa di Pordenone, l’Interporto di Pordenone era presente una platea così vasta con una trentina di amministrazioni comunali, pronta a discutere sulle misure per la prevenzione, il segnale che viene dato all’industria è molto forte.

Durante la Giornata il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha portato un messaggio: “intollerabile e dolorosa progressione delle morti e degli incidenti sul lavoro sollecita una urgente e rigorosa ricognizione sulle condizioni di sicurezza nelle quali si trovano a operare lavoratori. Morire in fabbrica, nei campi, in qualsiasi luogo di lavoro è uno scandalo inaccettabile per un Paese civile, un fardello insopportabile per le nostre coscienze, soprattutto quando dietro agli incidenti si scopre la mancata o la non corretta applicazione di norme e procedure.

La sicurezza non è un costo, né tantomeno un lusso: ma un dovere cui corrisponde un diritto inalienabile di ogni persona. Occorre un impegno corale di istituzioni, aziende, sindacati, lavoratori, luoghi di formazione affinché si diffonda ovunque una vera cultura della prevenzione”.
Il periodo preso in esame va da gennaio a luglio e il confronto è rispetto allo stesso range dello scorso anno.

Aumentano gli infortuni mortali in regione da 5 dell’anno scorso a ben 15, di questi il numero più drammatico di vittime appare proprio a Pordenone (sette decessi), la provincia scelta per celebrare a livello regionale l’ottantesimo anniversario dalla nascita dell’Anmil a cui hanno voluto essere presenti i vertici nazionali venuti da Roma, il presidente Zoello Forni, il direttore generale Sandro Giovannelli, assieme al delegato regionale Fortunato Cassini e ai quattro presidenti di provincia, Amedeo Bozzer, Luigi Pischiutta, Fabio Trevisan, Alberto Chiandotto.

“Oggi l’Anmil conta circa 250.000 iscritti e rappresenta una categoria composta da quasi 650mila titolari di rendita Inail, tra infortunati sul lavoro, tecnopatici, vedove ed orfani di caduti sul lavoro – dichiara il presidente nazionale Anmil, Zoello Forni – E non sono solo questi perché molti altri non sono assicurati con l’INAIL, come le forze armate, i vigili del fuoco e altri, che svolgono lavori altamente rischiosi. Purtroppo, continuiamo a contare in Italia tre morti al giorno e oltre 2mila infortuni”.

Imminente una collaborazione tra Anmil e ordine degli psicologi per assistere chi ha subito un incidente sul lavoro.
“Non può esistere lavoro senza giusto compenso e salute”, ha esordito monsignor Roberto Tondatto, vicario generale del vescovo”, aprendo un altro fronte quello del lavoro sicuro ma anche giustamente remunerato.

A Udine sono 5 le vittime sul lavoro, a Trieste 2 e una a Gorizia. Salgono in tutto il Paese le malattie professionali denunciate da 36163 a 44433, registrando un +22,9%, dato altissimo per la regione: si passa da 1059 a 1228 (+16%), il dato più preoccupante si rileva nella provincia di Trieste con un +40% passando da 250 a 350 malattie professionali, segue Gorizia da 190 a 147, segnando un +29,3% e Udine da 472 a 546 con un +15,7%. Pordenone in controtendenza sul versante malattie professionali denunciate, scende del 25,3% rispetto lo scorso anno, passando da 190 denunce a 142.

“Continueremo con le nostre rivendicazioni, prima fra tutte quella della revisione del Testo Unico della Legge sul Lavoro (datata anni Sessanta), per poi proseguire con tante altre che da molto tempo segnaliamo ai nostri parlamentari come l’abolizione della doppia visita Inail/Inps, l’abbassamento della percentuale di invalidità per la rendita Inail”, ha specificato il delegato regionale Anmil, Fortunato Cassini.

“Possiamo mettere la basi per un nuovo impegno che ci veda tutti coinvolti, a partire dall’amministrazione regionale a comunale: dobbiamo far diventare la salute e sicurezza un tema trasversale – ha sostenuto Amedeo Bozzer, presidente provinciale e membro dell’esecutivo Anmil – portarlo nelle scuole di ogni ordine e grado e da lì nelle famiglie, sfruttando anche il contributo della testimonianza delle vittime del lavoro; dobbiamo collaborare con le aziende per far capire che gli investimenti in sicurezza non sono un costo, che la vita e la salute dei lavoratori devono essere sempre messi al primo posto”.

Se si analizzano i dati complessivi sugli infortuni denunciati vediamo che il segno meno prevale sia a livello nazionale, che regionale e provinciale, ovvero le politiche del lavoro di quest’ultimo anno stanno andando verso la direzione giusta. In Italia si va da 441451 incidenti dello scorso anno a 344897 di quest’ultimo periodo con un calo del 21,9%, in regione la percentuale cala al 10,2% passando da 10384 a 9326.

Tra le province in cui sono stati denunciati più incidenti sul lavoro, Pordenone in cui si è passati da 2347 a 2304, solo un leggero calo dell’1,8%, segue Trieste da 2255 incidenti a 2065 con un -8,4%, Udine da 4151 a 3724 con un -10,3%. La provincia di Gorizia è quella che quest’anno è stata meno segnata da infortuni (1233 contro i 1631 dell’anno prima) registrando -24,4%.

I freddi numeri presentano i tanti volti dei partecipanti alla 73esima Giornata delle vittime e infortuni del Lavoro premiati dall’Inail e Anmil per aver contribuito dopo l’incidente alla sensibilizzazione alla cultura della sicurezza. La corale di Pordenone ha contribuito a rendere la celebrazione suggestiva e a scandire i tempi in cui per l’intera mattinata si sono susseguiti gli interventi.

Maurizio Codognotto, Ceo del Gruppo Codognottto ha riferito quando sia fondamentale mettere “in primo piano l’impegno civile, laddove il ritmo di lavoro è incessante, non è ammesso inserire al primo posto il profitto rispetto alla sicurezza, al benessere, alla salute mentale. La sicurezza non riguarda solo il rispetto delle leggi, abbraccia la formazione e la sensibilità nel creare e diffondere una vera e propria cultura della sicurezza”.

Il sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani ha chiarito come “la rete sociale ha a volte dei buchi che vengono colmati da realtà come Anmil. Siamo nel 2023 come possiamo misurare il grado di civiltà di un territorio, di un Paese?

Non solo di certo con il numero di sportelli bancari, assicurativi, negozi, ma con la capacità di chi per sfortuna si trova in situazioni di difficoltà e ci si deve attivare per fare in modo che gli incidenti del lavoro non accadano. Il lavoro è la massima espressione per potersi realizzare, che appaga, ce l’hanno insegnato i nonni, i padri, ciò è vero se non si resta invalidi, mutilati, se non si muore per lavoro. Un’azienda deve dotarsi di accorgimenti per evitare gli incidenti, creando un ambiente occupazionale sereno”.

“C’è uno zoccolo duro che facciamo fatica a contrastare come enti, aziende, oltre alle norme puntuali, severe, incisive, le procedure vanno seguite attentamente, si deve creare una continuità nella cultura della sicurezza dalle famiglie, alle scuole, alle imprese, alle istituzioni”, ha ribadito Silvano Pascolo, presidente di Interporto di Pordenone”.

“I giornalisti onorano il rispetto di chi ha perso la vita e si è infortunato, noi come Ordine e giornalisti dobbiamo lavorare assieme, fare squadra, per una diversa riflessione collettiva diritto e dovere all’informazione, verifica attenta dei fatti, l’equilibrio tra la notizia, la verità. Per noi è importante seguire la storia delle vittime senza definirle “inevitabili morti”, ha sottolineato la vicinanza all’Anmil, l’Ordine dei giornalisti del Fvg attraverso la vicepresidente Paola Dalle Molle, facendo un appello al Governo per un lavoro stabile, non precario e sicuro.

Angela Forlani, direttore regionale Inail ha commentato i drammatici dati non ancora positivi, anche se la prevenzione ha fatto la differenza in questi anni, dobbiamo manifestare il dato allarmante di 15 infortuni mortali in regione, un dato elevato per una regione di piccole dimensioni. Il fenomeno delle malattie professionali va sempre più studiato poiché in leggero aumento”.

Chiude il primo parterre di intervenuti il prefetto di Pordenone, Natalino Domenico Manno. “In 80 anni l’Anmil continua a garantire presso le famiglie colpite da tragedie umane il supporto materiale e psicologico, orientando il governo verso i temi della sicurezza, rinsaldando l’alleanza tra le istituzioni e la società civile, ispirata ai principi della carta costituzionale, il diritto alla salute dell’individuo.

Senza sicurezza non ci può essere esercizio al diritto al lavoro. Ogni morte bianca è una sconfitta di tutti noi, delle istituzioni con costi notevoli sociali, morali che incidono sulla famiglia e sull’intero sistema produttivo”, ha chiosato il prefetto lanciando un tavolo permanente in prefettura per sensibilizzare a partire dalla scuola, alle imprese lavorative più a rischio per raggiungere l’obiettivo delle morti zero.

Sono stati premiati Lazzaro Giovanni e Apollonio Tiziana per i 25 anni di ANMIL.
Durante la manifestazione è stato letto un messaggio del presidente della Regione Massimiliano Fedriga che ha ricordato che il Friuli Venezia Giulia è “la prima Regione ad aver inserito all’interno della legge regionale in materia di istruzione la formazione sulla sicurezza in ambito scolastico, oltre ad essere anche la prima Regione ad attuare nelle scuole corsi di formazione, informazione e sensibilizzazione sulle tematiche della salute e della sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro”.

Maurizio Marcon, ha rappresentato le sigle sindacali confederali tutte presenti alla Giornata, chiedendosi quali guerra stanno attraversando i lavoratori, puntualizzando che “dal 1955 oltre 72milioni di infortuni in Italia, oltre 157mila mortali in Italia. Il progresso economico ha migliorato le situazioni del lavoro, oggi gli incidenti mortali si sono assistiti a mille morti l’anno.

Marcon ha fatto riferimento al lavoro precario che è insicuro, promuovendo processi di stabilizzazione del lavoro, affrontare le forme di sfruttamento specie dei migranti, con contratti di lavoro grigio anche in regione, ci pongono davanti a sfide per la legalità e sicurezza, attraverso la formazione e il coinvolgimento della parte datoriale per investimenti necessari per la salute e la vita delle persone”.

“Chi si fa male si sente in colpa – afferma Simonetta Del Puppo del sindacato Nursind – gli infermieri sono stati colpiti dalla pandemia con morti sul lavoro e vi è un fabbisogno di queste figure professionali che devono continuamente essere formati sulla sicurezza nel lavoro”.

E’ seguito lo spettacolo di Bruzio Bisignano con la rassegna stampa dei morti sul lavoro.

Ultime news

Ultimi articoli