Continua il Rally di Wall Street

MERCATO AZIONARIO

Settimana di borsa positiva per i mercati azionari internazionali che mantengono il buonumore già presente nella settimana precedente. Da un lato rimangono presenti quegli elementi che fanno da pilastro all’uptrend dei principali listini internazionali e che hanno trainato i due movimenti chiavi del 2020: quello del ‘salvataggio’ finanziario raggiunto grazie agli interventi immediati delle banche centrali nel marzo 2020 e durato fino ad ottobre, e quello successivo, stimolato dalle notizie sui vaccini e dalle prospettive di una consistente ripresa economia globale.

Dall’altro lato però sono ugualmente presenti elementi che periodicamente suggeriscono una maggiore prudenza nelle view degli investitori, fattori che spaziano dai ritardi nei piani di contrasto all’epidemia Covid (anche per le varianti del virus registrate negli ultimi mesi) fino alle preoccupazioni per i livelli di valutazione degli asset che incorporano già una ampia positività prospettica. La “fuga in avanti” delle borse riflette comunque un quadro che differenzia l’economia finanziaria da quella reale, con la prima che basa ancora l’aumento degli utili prospettici soprattutto sulle performance del comparto tecnologico. I comparti growth, come mostrato dall’esito dai dati dell’ultima earnings season, confermano la loro ottima salute in termini di crescita e numeri in borsa, sospinti dal persistere di bassi tassi di interesse. Un andamento, quelle delle borse, che dovrà comunque trovare il modo di non distaccarsi troppo quantomeno dai fondamentali, salvo infatti poi andare incontro a revisioni correttive di riallineamento.

In questo contesto, l’S&P 500 (+1,3%) ha portato le proprie quotazioni fin sopra quota 3.900, fissando quindi nuovi massimi storici. Minime le correzioni degli ultimi mesi e subito riassorbite, mancando un vero catalizzatore capace di ribaltare un mercato ancora in mano ai rialzisti. Nuovi massimi anche per il Nasdaq 100 (+1,5%), che ha avvicinato i 14.000 punti: il ritorno di forza dei tech (anche a causa dei ritardi nei piani vaccinali) si evidenzia nella performance praticamente doppia nell’ultimo mese (+7% vs +3,5%) rispetto all’S&P. Restano invece molto toniche le piccole capitalizzazioni, in cui il mercato sta continuando a trovare valore da recuperare dopo il 2020.

Tra le altre borse mondiali, da evidenziare ancora l’ottimo andamento delle borse emergenti, soprattutto per l’area asiatica e cinese. Continua ad essere trainante nel mercato la necessità di un maggiore posizionamento futuro su un’area economica che sarà maggiormente protagonista nelle borse del domani. Ancora molto positivi anche i segmenti dell’azionario tematici, dal gaming all’intelligenza artificiale, tutti comunque legati al comparto della tecnologia. L’indice Vix, che misura il grado di volatilità presente sul listino azionario americano, si è nuovamente appiattito in area 20, base tecnica ormai consolidata degli ultimi 6-7 mesi. Un andamento, quello della volatilità, in sostanziale laterale e caratterizzato da spyke periodici di breve periodo.

MATERIE PRIME

In tema di materie prime, la positività del basket generale è alimentata dall’andamento al rialzo soprattutto delle commodities energetiche (petrolio +4,6% a quota 59,5 Dollari al barile) e di quelle industriali. Poco variato l’oro (che rimane in area 1.830 Dollari l’oncia) anche se tra i preziosi si distingue il platino (+11,3%).

MERCATO OBBLIGAZIONARIO

Settimana dicotomica nell’asset class obbligazionaria, con un tono positivo soprattutto per i segmenti in cui sono ancora presenti margini di rendimento ancora apprezzabili. Sembra non fare pause invece il movimento al rialzo dei tassi governativi con un boost in particolare sul finale di giornata di venerdì.

Il decennale americano torna infatti sul top a quota 1,20% e rimane in attesa di nuovi elementi di valutazioni per i prossimi trimestri. In questa ottava è tornato a parlare il presidente della Fed, Jerome Powell, il quale ha comunque smorzato le attese di un recupero immediato per l’economia americana. Soprattutto il mercato del lavoro mostra una configurazione non robusta e caratterizzata da un tasso di disoccupazione reale (a gennaio) vicino al 10% e non 6,3% come indicato dalle statistiche ufficiali. Nonostante questo borse e tassi sembrano ancora viaggiare all’unisono.

La Fed continuerà quindi a sostenere l’andamento dell’economia USA con bassi tassi di interesse e acquisti di asset. Gli obiettivi di piena occupazione e di inflazione al 2% sono target ancora molto lontani e per raggiungerli all’atteggiamento ultra accomodante della politica monetaria si dovrà unire anche l’utilizzo della politica fiscale, dove sarà il Congresso (e non la Fed) a quantificare le nuove tranche di intervento. Misure che saranno adottate anche per gareggiare a livello globale con il principale avversario economico degli USA, ossia la Cina. Chi si aspettava toni meno duri tra Washington e Pechino si dovrà accontentare della mera forma, visto che non paiono in alcun modo mutate le tematiche di scontro tra le due superpotenze (pratiche aggressive, commercio sleale).

Dall’altra parte dell’Oceano, le dinamiche non sono dissimili: il Bund decennale ha confermato la salita della scorsa settimana, puntando verso quota -0,40%. L’avvento di Mario Draghi sulla scena della politica italiana ha avuto l’effetto di portare il decennale italiano a rompere l’area dei minimi a 0,50%, puntando verso nuovi minimi di minimo storico (0,44%). Lo scenario potrebbe essere quello di vedere valori ancora più bassi, visto che Spagna e Portogallo si trovano non troppo sopra il valore dello 0%. Sempre in Europa, in settimana, il Parlamento europeo ha dato infatti il via libera al regolamento su obiettivi/finanziamento/accesso al dispositivo europeo per la ripresa e la resilienza, serbatoio principale del Recovery Fund. Ogni paese avrà tempo fino al 30 aprile per definire il proprio programma di impiego dei fondi previsti dal piano europeo. In settimana, Christine Lagarde ha confermato, come per la FED, la necessità di avere una BCE a supporto e stimolo del supporto economico. Tra le altre asset class, positivo l’andamento sia del debito dei paesi emergenti (soprattutto in valuta locale), sia del comparto high yield, favorito da ulteriori restringimento dello spread di credito.

MERCATO VALUTARIO

Per quanto riguarda il mercato forex, ripresa di valore dell’Euro che torna in area 1,21 contro il Dollaro USA. Si tratta di una fase di consolidamento che viene dopo i massimi fissati a 1,235 a metà gennaio.

Ancora in volata le quotazioni del Bitcoin che rompe i precedenti massimi storici e si invola al rialzo vedendo ormai quota 50.000, con un +25% settimanale. A dare manforte alle quotazioni le notizie relative all’apertura all’utilizzo della criptovaluta da parte di Visa e Mastercard.

 

Dott. Alessandro Pazzaglia consulente finanziario indipendente www. Pazzagliapartners.it




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