Coppia uccisa Pordenone: l’indagato resta libero e respinge ogni accusa
PORDENONE – Otto ore sotto torchio ma nessuna confessione.
L’interrogatorio di Giosuè Ruotolo, il militare di 26 anni di Somma Vesuviana indagato per il duplice omicidio dei fidanzati di Pordenone si è concluso senza alcuna ammissione di responsabilità, ma anche senza provvedimenti restrittivi, segnando comunque una svolta per quanto riguarda l’alibi.
La sera del 17 marzo scorso, contrariamente a quanto aveva detto quando era stato sentito come persona informata sui fatti, Ruotolo ha ammesso oggi di essere stato, nello spazio temporale dell’omicidio, al Palazzetto dello sport cittadino, ma di non essersi fermato per non aver trovato parcheggio.
Per questo motivo, ha deciso di fare jogging lasciando l’auto nella zona di via Interna, nelle adiacenze del parco di San Valentino, dove è stata trovata la pistola del delitto.
Sarebbero così spiegate le immagini della videosorveglianza comunale che immortalano l’Audi A3 del militare prima nell’area degli impianti sportivi e sette minuti più tardi all’ex Fiera di Pordenone.
In quel lasso di tempo, Ruotolo avrebbe fatto una corsetta, desistendo quasi subito per il freddo ancora pungente.
Durante l’interrogatorio, Ruotolo ha ribadito per il resto le dichiarazioni rese in precedenza, seppur in altra veste processuale, affermando con forza di non aver alcun motivo di attrito con Trifone e Teresa, anche perché non li frequentava praticamente più da quando il commilitone, nel maggio 2014, si era trasferito a vivere con la fidanzata in un’altra zona della città.
Da quanto si è appreso, su questo tipo di tesi anche le indagini dei Carabinieri avrebbero portato alle medesime risultanze. Incontrando la stampa, il Procuratore di Pordenone Marco Martani ha detto che saranno ora decisive le prossime settimane, quando saranno consegnati i rilievi svolti dai Ris tanto sull’arma che ha sparato quanto sull’auto dell’indagato e sui sistemi informatici e telefonici dello stesso.
“Non esprimiamo alcun commento sull’esito dell’interrogatorio – ha fatto sapere il magistrato -, ma posso solo confermare che Ruotolo resta l’unico indagato e che gli elementi raccolti portano per il momento in un’unica direzione”.
“Per la prima volta ha fornito una versione differente e sarà nostra cura confrontarla con i riscontri in nostro possesso ed altri di nuovi che intendiamo rilevare già a partire da domani. Ruotolo è stato categorico nell’affermare che non esisteva alcun motivo di astio o discordia con le vittime e noi dobbiamo indagare per verificare questa versione. Ritengo comunque positivo il fatto che abbia voluto rispondere a tutte le domande che gli sono state sottoposte”.