PORDENONE – Stefano De Val, capo ingegnere Alfa Sauber originario di Polcenigo e suo fratello Nicola lavorano nel motorsport ormai da molti anni. Dopo la loro intervista su AutoSprint abbiamo raggiunto telefonicamente i gemelli De Val per sapere di più sulla loro carriera e sul mondo dei motori.
Nati nel 1989, hanno completato le scuole superiori al Liceo Grigoletti per poi trasferirsi a Milano e iscriversi al Politecnico di Milano “Bovisa” dove hanno conseguito nel 2013 la Magistrale in Ingegneria Meccanica. Il resto lo chiediamo a loro:
Da Polcenigo alla Formula 1, come è successo?
Stefano: “Beh la passione per le auto è innata, da quando eravamo molto piccoli (a quanto ci dicono!). Crescendo ci siamo interessati alle parti più tecniche, ma i primi “giri” li abbiamo fatti con i go-kart in Comina”.
Nicola: “Poi appena presa la patente abbiamo iniziato a fare avanti e indietro da Piancavallo di notte con una Nissan Silvia (ci tengono, ndr)”.
Quindi una passione per la guida innanzitutto?
Nicola: “Sicuramente. A 19 anni abbiamo partecipato a una scuola di guida sportiva e siamo approdati alle prime competizioni in Formula Ford e Formula Junior nei circuiti del nord Italia”.
Stefano: “Volevamo fare i piloti e per qualche anno ci siamo riusciti. Nel 2011 siamo passati alla Formula Renault Alps 2.0 contro piloti ora in Formula 1 come Albon, Kvyat e Ocon”.
Quali sono stati i vostri migliori piazzamenti?
Nicola: “Abbiamo vinto entrambi una gara di F. Renault nella stagione in cui arrivammo 6° in classifica generale. Avevamo un team molto affiatato, tuttavia non avevamo le risorse, per esempio, della Red Bull”.
Stefano: “Poi con i prototipi ho vinto il “Campionato Nazionale di Velocità” portoghese (Nicola non poteva gareggiare causa lavoro), di nuovo insieme la 500km di Zandvoort nei Paesi Bassi e due gare di “endurance” ad Abu Dhabi”.
Nicola aveva già iniziato come ingegnere in un team a questo punto?
Nicola: “Sì, alla Honda dove sono ingegnere di macchina e collaudatore, dialogando con i piloti durante le gare del Campionato del mondo turismo (WTCC)”.
Preferisce collaudare o seguire i suoi piloti?
Nicola: “Francamente prediligo collaudare le vetture, sono sempre più a mio agio dietro un volante. Mi piace molto anche l’aspetto ingegneristico e l’intesa che posso sviluppare con un pilota, ma le numerosissime trasferte dopo qualche anno si fanno sentire, anche se è stato emozionante salire sul podio con Monteiro per celebrare una sua vittoria davanti a tutto il pubblico che ci festeggiava”.
Stefano invece arriverà in Formula 1, come?
Stefano: “Percorso di studi ed esperienza di gara sono stati entrambi fondamentali per arrivare in Sauber nel 2015. Dopo 4 anni per iniziativa di Simone Resta sono stato messo a capo del gruppo pneumatici e freni”.
A causa del Covid-19 questo campionato è un po’ diverso dal solito.
Stefano: “E’ molto pesante. Isolamento, test continui, anche il tempo libero è strettamente controllato. Il calendario poi è molto fitto. Un periodo di sacrifici per tutti anche in questo settore. Io per esempio mi dovevo sposare ma ci sarà la seconda gara a Silverstone. Dall’altra parte c’è molta curiosità di ritornare su piste storiche come Imola, Mugello e Nurburgring, sembra di essere tornati negli anni ’90.”
Ferrari in crisi e così tutti i motorizzati, che succede?
Stefano: “Non mi soffermerei sulle cause del nostro arretramento, dobbiamo concentrarci nelle aree dove abbiamo margini di miglioramento. C’è poi un problema: il regolamento 2020/2021 obbligherà i team a congelare molte parti delle vetture, bisognerà giocarci al meglio le poche opportunità a disposizione”.