PORDENONE – L’assemblea dei soci ha approvato oggi il bilancio d’esercizio 2018-2019 della finanziaria per l’internazionalizzazione delle imprese del triveneto, che chiude con un passivo imputabile alle svalutazioni di operazioni risalenti ad un periodo antecedente al 2012.
I nuovi investimenti della Società nell’esercizio ammontano a 17,3 milioni di euro (+9% rispetto al 2017-2018) in 13 nuovi progetti, principalmente ubicati nei Paesi dell’Europa centro orientale e balcanica.
La Polonia in particolare si riconferma per il secondo esercizio consecutivo come il primo Paese di investimento della Società, seguita da Repubblica Ceca e Moldova. Tra i settori di investimento di maggior traino nell’esercizio si riconferma la plastica (32%), seguita dal tessile/abbigliamento (26%) e l’agroalimentare (24%), quest’ultimo in continua crescita da diversi esercizi.
Il portafoglio netto in gestione al 30/06/19 ammonta a 87 milioni di euro, dove si conferma il trend storico di prevalenza di progetti promossi da imprese venete (64%), seguite da quelle friulane e trentine.
“La perdita registrata nel presente esercizio deriva da svalutazioni di operazioni antecedenti al 2012, di importo superiore a 2,5 mln di euro; senza i quali avremmo chiuso con un risultato ampiamente positivo” afferma il Presidente uscente Mauro del Savio.
“Il risultato d’esercizio non è rappresentativo dell’impegno e della capacità di rispondere alle necessità di crescita del territorio che Finest ha saputo imprimere al proprio operato: tra il 2013 al 2109 abbiamo raddoppiato l’erogato portandolo da 8,3 ml € a 17,3 milioni di euro di quest’anno, riducendo nel contempo i costi di gestione di oltre il 30%. Oggi i margini della gestione caratteristica sono in sostanziale pareggio, il margine netto della tesoreria e l’E.B.I.T. sono positivi”.
“Questo CDA, pertanto, lascia una Società solida, con un’ottima reputation e capace di esprimere al meglio il proprio ruolo di promotore dell’internazionalizzazione del territorio. Resta il rimpianto di non aver ancora ottenuto la tanto auspicata modifica della legge costitutiva 19/91, che potrebbe consentire ad una Società come Finest di essere ancora più incisiva, sostenendo le imprese del Triveneto anche in mercati oggi più promettenti e fin dai primi step del processo di internazionalizzazione” – conclude Mauro del Savio.