I cent’anni del Molino Pordenone. Tra storia e ricordi familiari

PORDENONE – “I cent’anni del Molino Pordenone. Tra storia e ricordi familiari”. E’ il titolo del libro scritto da Nico Nanni, su progetto grafico di Patrizio De Mattio, presentato nei giorni scorsi.

“Perché abbiamo voluto questa pubblicazione – si legge in una nota firmata da Alberto, Giampaolo, Laura, Marco e Valentino Zuzzi – in occasione del centenario del Molino Pordenone?

Per contribuire a ricostruire, attraverso la storia di impresa di una realtà, non di grandi numeri ma significativa, la storia imprenditoriale pordenonese di quegli anni dal 1923 fino al dopoguerra; per ricordare protagonisti, che in quel periodo avevano anche ruoli importanti nella cittadina e per qualche avvenimento poco conosciuto, durante il ventennio fascista e i primi anni della ricostruzione.

Come famiglia ,la volontà anche di ricordare l’impegno dal 1950 dei nostri due genitori e nonni: Valentino e Dosolina Zuzzi.

Senza troppi panegirici ma anche con l’orgoglio di evidenziarne la fiducia reciproca, quando ancora non si parlava di parità di genere, il coraggio e anche la coerenza di scelte.

Insieme a loro, ricordare anche alcuni dei collaboratori piu’ significativi, rappresentativi anche di tutti gli altri, non nominati, ma tutti “artefici uniti” di una storia che continua. In modo che pure i loro figli, nipoti, pronipoti possono essere ugualmente orgogliosi di aver macinato una storia che va avanti con fedeltà e innovazione ancor oggi con la terza generazione; Marco e Valentino hanno l’onore di celebrare con riconoscenza il centenario dell’azienda e l ‘onere di garantirne il futuro con la stessa fiducia reciproca dei loro nonni, coerenti con i valori della famiglia e delle loro ambizioni professionali. Uno speciale ringraziamento non formale a Nico Nanni, giornalista professionista, ricercatore e autore di molti studi su cultura e società del pordenonese.

Per il suo impegno a una preziosa non facile documentazione attraverso archivi, non ricchissimi negli anni del ventennio, spulciando nei verbali di sedute della Società di Macinazione, documentando anche decisioni non sempre unanimi, di crescite e di difficoltà. Dagli anni della guerra con le bombe di aerei che puntavano sulla vicina stazione ferroviaria ma mai sono riusciti a colpire l’alto silos e l’edificio dei mattoni rossi. Un po’ di storia del passato, qualche ricordo familiare dei fratelli over settanta e qualche intervista ai nipoti, protagonisti dell’oggi, insieme a giovani collaboratori, con il loro entusiasmo e tenacia per linee di futuro”.

Dalla fondazione della Società di Macinazione nel 1923 da parte di sei piccoli imprenditori pordenonesi all’ingresso nella Società di Valentino Zuzzi nel 1950. Da allora il Molino Pordenone è gestito dalla famiglia Zuzzi: a Valentino è succeduto il figlio Giampaolo, che ha lasciato poi l’incarico ai figli Marco e Valentino.

La storia è iniziata il 19 giugno 1923: quel giorno sei imprenditori pordenonesi – Francesco Asquini, Luigi Baschiera, Carlo Endrigo, Riccardo Tamai, Angelo Tomadini e Luigi Trevisan – sottoscrissero l’atto costitutivo davanti al Notaio Quinto Gonano di Pordenone.

Il capitale sociale ammontava a 1 milioni di lire (circa un milione e 142 mila euro). Fra alti e bassi, passando attraverso il fascismo e la Seconda guerra mondiale, il Molino è arrivato al 1950 quando nella gestione è entrato Valentino Zuzzi, uomo di esperienza molitoria, sia per la sua preparazione tecnica, sia per aver assunto prima della guerra la rappresentanza della ditta svizzera Bühler, tuttora la piu importante produttrice di macchine per molini e che aveva fornito tra gli altri il grande molino Stucky di Venezia e pure il molino di Pordenone.

Con la gestione Zuzzi l’andamento dell’azienda è andato via via crescendo anche grazie ai continui investimenti effettuati per ammodernare e migliorare la produzione, finché con Giampaolo Zuzzi il molino è stato completamente rifatto nei suoi impianti e ora continua sotto la gestione di Marco (presidente) e Valentino (amministratore delegato), terza generazione della famiglia Zuzzi.

Questa storia di imprenditorialità pordenonese è raccontata nel libro di Nico Nanni, che si apre con una pagina introduttiva del “perchè il libro”, firmata da: Alberto, Giampaolo, Laura, Marco e Valentino Zuzzi e prosegue con una prima parte sulla storia industriale di Pordenone e del suo territorio.

Quindi la storia del Molino dalla nascita al 1950 attraverso le figure dei suoi fondatori e le vicende che si sono susseguite anno dopo anno, ricostruite grazie ai libri sociali che l’azienda ha conservato integri da allora ai giorni nostri.

Dal 1950 in poi la storia del Molino si intreccia con quella della famiglia Zuzzi e del suo impegno imprenditoriale, che ha riguardato in primo luogo la Società di Macinazione e poi anche altre aziende fondate in regione e all’estero, alcune collegate con il Molino, altre del tutto indipendenti.

Il volume è corredato da numerose fotografie reperite negli archivi dell’azienda, della famiglia Zuzzi e di eredi di lavoratori del Molino; nella collezione di Gino Argentin; molto importante la collaborazione avuta dall’Archivio di Stato di Pordenone e dall’Archivio Storico del Comune di Pordenone.

Il progetto grafico è di Patrizio De Mattio di Pordenone, la stampa della Tipografia Menini di Spilimbergo.

Il libro e stato stampato in 500 copie che Molino Pordenone vuole regalare alla città. Per questo chiunque potrà ritirarli, gratuitamente presso la sede aziendale in Largo San Giacomo1, Pordenone, nei giorni 5,6 e 7 febbraio dalle ore 9.00 alle ore 12.00, facendo riferimento alla signora Elena Zago.

Titoli dei capitoli

Non solo imprenditori foresti.
I soci fondatori e altri personaggi che hanno lasciato il segno.
L’energia elettrica e “pagar la Cellina”.
Gli edifici in mattoni rossi, il silos in cemento armato e il ferro che non arriva.
La raccomandazione del Podestà Enrico Galvani e passa il Duce.
Prudenza serietà solvibilità.
Gli anni della guerra.
Valentino Zuzzi da tecnico Buhler a imprenditore.
Giampaolo Zuzzi dal pianoforte al Molino.
I capo mugnai figure fondamentali.
Marco e Valentino piedi per terra ma proiettati al futuro.
Progetto Molino 2030 qualità e ambiente.




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