Loggia e orologio restaurati, ritornati al loro antico splendore

PORDENONE – È stata ufficialmente presentata alla cittadinanza la Loggia del Municipio di Pordenone, da pochi giorni svelata dai teli bianchi e liberata dalle impalcature che ne hanno consentito il restauro e la pulizia, lavoro che è durato un paio di mesi.

Finalmente è possibile ammirare tutto lo splendore medievale dell’edificio duecentesco e soprattutto il maestoso orologio, i cui colori sono ritornati alla loro originale vivacità.

Di quest’ultimo non sono giunte fino a noi molte informazioni, tranne la sua data di realizzazione, che risale alla prima metà del Cinquecento. Secondo la tradizione il suo costruttore fu Giancarlo Ranieri, famoso per aver realizzato l’orologio di piazza San Marco a Venezia, ma non vi sono notizie certe a riguardo.

Si sa invece che nel 1542, come da disegno del famoso pittore Pomponio Amalteo, alla struttura gotica del palazzo municipale in laterizi arancioni fu aggiunta l’elegante torre rinascimentale dell’orologio, opera che scandisce le ore in città da 5 secoli. Il quadrante blu cobalto è sovrastato da una corona circolare metallica su cui sono scritti i nomi dei mesi e rappresentati i segni zodiacali.

All’incrocio delle lunghe lancette, vi è un enorme sole fiammeggiante dorato, simbolo benaugurante di luce, salute e prosperità. Sopra la parete che ospita il grande orologio, un oculo circolare consente di osservare le 4 fasi del ciclo lunare.

​«Il restauro – spiega l’assessore all’edilizia pubblica Giuseppe Verdichizzi – realizzato dall’Amministrazione con fondi propri e in tempi brevissimi, fa parte di una serie di interventi che porteranno anche alla manutenzione della copertura degli uffici di via Bertossi e dei muri esterni dell’ex Convento di San Francesco. Durante i lavori è stata rimossa la campana che domina la torre dell’orologio ed essendo fessurata sarà necessario ripararla al più presto».

​In rappresentanza delle maestranze e delle ditte coinvolte nel restauro sono intervenuti il progettista dei lavori arch. Christian De Col, il restauratore dell’orologio Stefano Tracanelli e la restauratrice del paramento murario Anna Comoretto, che hanno spiegato come il precedente intervento di recupero risaliva al 2002 e dopo una ventina d’anni era necessario provvedere con urgenza a contrastare il degrado delle superfici, che presentavano patine biologiche di alghe, muschi e licheni.

Inoltre sulle parti in pietra vi erano depositi di particellato atmosferico, soprattutto nelle zone protette dalla pioggia e dagli eventi atmosferici. La stessa patina si è depositata anche sulle superfici dell’orologio, le cui parti in metallo presentavano un’ossidazione fortunatamente a livello superficiale.

Grazie al lavoro di ripristino si ha ottenuto la messa a nuovo dell’intero orologio a livello funzionale, sia per i componenti preposti al movimento che per l’indicazione dell’ora, sia per il calendario che per la lunazione.

«Questo importante intervento – commenta il sindaco Alessandro Ciriani – traduce la volontà di custodire l’identità e l’impronta che la storia ha lasciato durante il suo corso. Questa cura delle vestigia della nostra città riguarda ora il Municipio, ma si è già rivolta al museo di Palazzo Ricchieri e all’ex Biblioteca di piazza della Motta.

E in cantiere c’è il recupero del Campanile, delle ex Casermette, della Casa del Mutilato, dell’ex Birrificio, dell’ex Battiferro e del Cral. Insomma, le radici profonde di Pordenone e la sua storia devono essere nobilitate, consci della differenza che sussiste tra ciò che è vecchio e ciò che è antico, ovvero simbolo di nobiltà culturale, di identità ed appartenenza».

Afferma l’assessore alla cultura Alberto Parigi: «È volontà di questa Amministrazione quella di conservare e preservare le radici di Pordenone, qui rappresentata da uno dei suoi simboli più iconici come il municipio. Ora tutti i pordenonesi e i visitatori che giungono da fuori potranno fermarsi ad ammirare lo splendido edificio che, col suo orologio restaurato, costituisce un importante biglietto da visita, non solo culturale, per la nostra città».




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