Omicidio fidanzati Pordenone: oggi richiesta dissequestro

PORDENONE – “Oggi (8 gennaio) mi recherò in Procura a Pordenone per depositare l’istanza di dissequestro di tutto il materiale informatico del mio assistito, per dare corso, finalmente, a indagini difensive che ci sono impedite dal 25 settembre, quando è stato iscritto nel registro degli indagati”.

Lo ha anticipato all’Ansa, Roberto Rigoni Stern, legale di Giosuè Ruotolo, indagato per l’omicidio dei fidanzati di Pordenone.

Trifone Ragone, 29 anni, pugliese, sottufficiale dell’Esercito, e Teresa Costanza (30), siciliana, laureata alla Bocconi e dipendente delle Assicurazioni Generali, sono stati uccisi la sera del 17 marzo 2015, nella loro vettura all’esterno del Palazzetto dello Sport di Pordenone, città dove vivevano.

“Si tratta di numerosi dispositivi informatici e telefonini – ha precisato l’avvocato – di cui non ci è stata fornita nemmeno copia forense”.

Rigoni Stern è anche tornato su alcune dichiarazioni che gli sono state attribuite in merito al profilo Facebook anonimo che il suo assistito avrebbe utilizzato, forse con la fidanzata Rosaria Patrone, per mantenere contatti con Teresa Costanza, una delle vittime.

“Voglio ribadire di non aver mai diffuso notizie rispetto al contenuto, che nello specifico non conosco fin nei dettagli. E’ tuttavia importante sottolineare che non si tratta in alcun modo di comunicazioni moleste, né minimamente utilizzabili per trarne un qualsivoglia movente per il delitto”.

Sul fronte delle indagini, da giorni ci si aspetta una svolta da parte della Procura che, secondo quanto si apprende, sarebbe pronta a chiedere al Gip una misura cautelare nei confronti dell’indagato. Una decisione che spetterà ai sostituti procuratori Campagnaro e Vallerin, titolari dell’inchiesta, che hanno lavorato incessantemente anche durante le vacanze di Natale.

In settimana sono giunti i risultati degli accertamenti affidati ai Ris di Parma: da indiscrezioni si apprende che le verifiche non avrebbero fornito ulteriori elementi utili nei confronti di Ruotolo ed anche il profilo genetico misto, rinvenuto in uno dei reperti sequestrati, sarebbe stato giudicato non significativo nello specifico filone dell’indagine.




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