PnPensa, scontro infuocato Amicone-Parenzo su famiglia e gay

PORDENONE – C’è il pubblico delle grandi occasioni e un clima da stadio per lo scontro, a tratti incandescente, tra i giornalisti Luigi Amicone e David Parenzo su famiglia tradizionale o famiglia arcobaleno, nell’ambito di PordenonePensa.

Moderato da uno dei curatori della rassegna, Alberto Parigi, l’acceso confronto si è svolto lunedì 8 giugno, nella sala consiliare della Provincia.

Opposte, in quasi tutti i casi, le posizioni di Amicone, intellettuale di riferimento di Comunione e Liberazione, fondatore e direttore dell’agguerrito settimanale cattolico “Tempi” e strenuo difensore della famiglia naturale, che avversa le teorie Lgbt e di Parenzo, conduttore assieme a Cruciani de La Zanzara, su Radio 24, inviato di Matrix (Canale 5), che si definisce “un radicale di sinistra senza fissa dimora”.

Parigi, all’indomani del clamoroso risultato del referendum che ha introdotto il matrimonio gay nella Costituzione della cattolica Irlanda, ha introdotto la serata con una domanda su cosa accadrebbe se il referendum si svolgesse in Italia.

“Probabilmente avverrebbe la stessa cosa – ha commentato, amaramente, Amicone, – anche se da noi, per fortuna, c’è maggior resistenza, anche per merito del Papa. Dobbiamo cercare di fermare questa deriva. La biodiversità, in natura, viene difesa in modo addirittura mistico e non viene altrettanto difesa la sacrosanta biodiversità umana tra uomo e donna. Che sono e saranno sempre diversi e bisogna in tutti i modi difendere l’istituto matrimoniale, impedendolo agli omosessuali”.

Parenzo ha parlato di 100 mila figli di genitori omosessuali, in Italia (tema più volte ripreso nel corso della serata) considerati di serie C. “Uno Stato laico e liberale – ha aggiunto – fa una discrepanza notevole e ingiusta. La società si evolve ed emergono nuovi diritti. Lo Stato non deve entrare sotto le lenzuola di casa”.

Amicone ha ribattuto “vogliono far passare la mia posizione per uno che ce l’ha con gli omosessuali. Il problema, invece, è l’uso che si fa di un’esperienza umana per creare un nuovo tipo di umanità. Non si può utilizzare il bambino per rivendicare un proprio desiderio. E a ogni modo, i diritti di tutti i bambini sono già riconosciuti dalla legislazione italiana”.

Secondo Parenzo “se la società fosse più aperta, staremmo tutti meglio. Le sovrastrutture le creiamo noi”.

E in tema di matrimoni gay, Amicone ha chiuso rilevando che già dai tempi degli antichi greci nessuno ha mai parlato di questo istituto. “Oggi, gli omosessuali costituiscono un cavallo di Troia per aprire alla tecnoscienza, per produrre nuova umanità. Il rischio è creare generazioni che non sanno da dove vengono”.




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