Trovare l’unanimità in politica è un fatto veramente inusuale, quasi ai limiti dello straordinario, anche nel caso del consiglio comunale della nostra cara Pordenone.
E’ accaduto però lo scorso maggio in occasione di due delibere presentate sul tema del gioco d’azzardo patologico o ludopatia che dir si voglia.
L’assessore al commercio e alla sicurezza dell’amministrazione comunale, Emanuele Loperfido, ha sottolineato con orgoglio come Pordenone sia stata la prima città del Friuli Venezia Giulia a dotarsi di una regolamentazione per limitare ulteriormente il gioco d’azzardo rispetto alla legge regionale già in vigore e sottolineando come la concordanza di tutte le forze politiche in consiglio sia un chiaro segnale dell’importanza del tema.
Ma cosa prevedono dunque le due delibere in questione? La prima prevede la possibilità da parte del Comune di limitare l’orario di utilizzo delle slot machine nel caso in cui questa misura venga ritenuta opportuna. La seconda invece amplia i luoghi sensibili da cui slot e sale scommesse devono distare di almeno 500 metri. Se la legge regionale prevede infatti la non vicinanza a scuole, ospedali e centri di aggregazione giovanile, l’ordinanza Pordenonese aggiunge alla lista parchi, bancomat e compro oro.
E’ bene sottolineare come questa seconda ordinanza sia stata presa in comune accordo con l’azienda sanitaria locale e mira a disincentivare la ricerca compulsiva di contanti per continuare a giocare anche se varrà soltanto per nuove istallazioni di gioco e non per quelle già presenti sul territorio.
Di fronte a misure del genere prese similmente anche in molti altri comuni italiani, solitamente la critica mossa più facilmente è sottolineare che se pur si cerchi di limitare l’azzardo nel mondo reale, su Internet non esistono limiti temporali e di luogo all’accesso a scommesse e casinò online tramite smartphone, tablet e PC dove impazzano le offerte di benvenuto per chi gioca su snai casino o su qualsiasi altro portale simile.
Osservazione legittima ovviamente ma alcuni studi, in particolar modo alcuni dedicati ai più giovani, ci mostrano come l’online sia ovviamente un realtà ma affiancata all’azzardo nelle sue forme più tradizionali.
Si scopre così ad esempio che per la generazione “millennials”, i giovani della fascia d’età che va dai 14 ai 19 anni, la prima forma di gioco maggiormente fruita sia quella dei gratta e vinci, la seconda le agenzie di scommesse e soltanto in terza posizione l’azzardo online.
Facile ipotizzare che la ragione non sia tanto per la mancanza di dispositivi connessi a Internet dei giovanissimi, che oramai vivono il proprio smartphone di ultima generazione come un’appendice del loro stesso corpo, quanto probabilmente una maggiore facilità in un modo o nell’altro di aggirare il divieto rigoroso a livello nazionale per i minori di 18 anni alla fruizione di ogni forma di gioco d’azzardo.
Se pur l’educazione e l’autocontrollo individuale rimangano le prime e più importanti forme di prevenzione al gioco compulsivo e patologico, ben vengano comunque questi interventi delle istituzioni per cercare di porre degli argini se pur parziali ad un fenomeno che in talune occasioni può portare a problemi veramente seri e drammatici.