Premio Cavallini 2023 a Emma Marcegaglia, Giorgio Montefoschi e Bruno Vespa

PORDENONE – La cerimonia di consegna dell’edizione 2023 del Premio Cavallini, istituito da Vittorio Sgarbi nel 1996 a Barcis e giunto alla XXV edizione. è in programma sabato 16 marzo 2024 alle 20.30 al Convento di San Francesco a Pordenone.

A consegnare il Premio, promosso con il patrocinio della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, dei Comuni di Pordenone e di Barcis e della Pro Barcis, saranno Vittorio Sgarbi e Elisabetta Sgarbi.

Dal 2017 il premio non è più intitolato al solo Bruno Cavallini, zio di Vittorio ed Elisabetta Sgarbi, ma ai fratelli Bruno, Romana e Rina Cavallini, quest’ultima madre di Vittorio ed Elisabetta, tre personalità molto diverse, ma tutte accomunate da una speciale sensibilità artistica e da un altrettanto speciale forza di carattere.

Sono tre i riconoscimenti che saranno assegnati in questa edizione articolati su varie sezioni:
– Premio Speciale, a Emma Marcegaglia
– Premio per la Narrativa, a Giorgio Montefoschi
– Premio per la Saggistica, a Bruno Vespa

A Barcis nacque l’idea di istituire il premio, consegnato per alcuni anni nella località turistica della Valcellina e dal 2003 a Pordenone. “Il Premio Cavallini è un derivato del Premio Giuseppe Malattia della Vallata – ha scritto Vittorio Sgarbi – con Gaio Fratini, primo premiato, a cui sono seguiti in 25 anni importanti esponenti del mondo della cultura contemporanea nei vari campi del sapere (dalla letteratura alla ricerca scientifica, dalla musica al teatro) tra i più conosciuti in Italia e in Europa”.

La serata sarà coordinata da Maurizio Salvador, Presidente del Comitato organizzatore del premio, che nel 1996 da sindaco di Barcis accolse con entusiasmo l’idea del premio, e da Valentina Gasparet, curatrice dell’evento e vedrà la presenza, come per gli anni scorsi, di Vittorio Sgarbi e Elisabetta Sgarbi, che leggeranno le motivazioni e consegneranno i premi.

Ha scritto Vittorio Sgarbi del premio: “Il Premio Cavallini da 2017 non è più Premio Bruno Cavallini, ma semplicemente Premio Cavallini, per includere lo zio Bruno, la zia Romana e mia madre Rina – tre spiriti artistici, ciascuno a suo modo. Mio zio Bruno, oltre che un ‘legame di sangue’, ha soprattutto con me un collegamento di idee e di pensieri.

Con una vitalità assolutamente inesausta (che mi è sicuramente passata per via di testa e non per via di sangue) che era poi quella ammirata, in lui, dai suoi amici, nei momenti in cui pacatamente conversava, metteva insieme la storia civile e quella letteraria, identificava i riferimenti a Foscolo, a Carducci, a Dante, a Benedetto Croce con una straordinaria capacità, affascinando molti che ancora lo ricordano. Mio zio ha molto parlato e detto, e quasi nulla ha scritto. Era un ‘atleta’ delle lezioni private, consentendosi in tal modo di triplicare lo stipendio.

Si arrabbiava su qualunque cosa non corrispondesse alla sua idea lucida e limpida del mondo e, dove l’argomento meritasse, non sentiva stanchezza. Quel riottoso zio, coltissimo, sofisticato e sottile, quasi un Bobi Bazlen che quasi nulla scriveva, era totalmente estraneo a ogni forma di potere culturale, e l’unico potere che poteva rappresentare era quello della sua intelligenza, della sua passione, delle sue idee.”

Elisabetta Sgarbi a proposito della madre, Rina, e della zia, Romana: “Mio zio Bruno è sempre stato il modello di mio fratello. Io mi sono riconosciuta più spesso nella postura della zia Romana. Silenziosa e bellicosa mia zia, e anche io. Più appartata di suo fratello e sua sorella, ma altrettanto tumultuosa interiormente, e altrettanto affidata alla poesia. Poco dopo la sua scomparsa, ho voluto pubblicare dei suoi testi, perché ne erano lo specchio, e davano pienezza ai suoi silenzi.

Con gli anni, e soprattutto ora che abbiamo un rapporto diverso, mi sono invece sempre più riconosciuta nella Rina. Mi sembra ora di pensarla sempre come lei, con la stessa passione e la stessa intransigenza, la stessa violenza fatta di amore per le cose e le persone. Mi fa sempre uno strano effetto pensare a loro in relazione a un premio, perché i premi sono statici e loro – tutti e tre, Bruno, Rina e Romana – erano quanto pochi altri mobili. Ma è vero che i premi sfidano e vincono il tempo, restano. Come loro tre, ne sono convinta.”

Motivazioni dei premi

Premio SPECIALE a Emma Marcegaglia, per l’intelligenza, la cultura imprenditoriale, la portata innovativa della visione e la determinazione che l’hanno imposta come una autentica eccellenza italiana.

Premio per la NARRATIVA a Giorgio Montefoschi, un autore tra i più profondi, intensi e sorprendenti della scena letteraria italiana. Tutti noi abbiamo negli occhi, nella testa e nel cuore le sue parole: le cose più importanti sono quelle che non vengono dette.

Premio per la SAGGISTICA a Bruno Vespa, un protagonista assoluto dell’informazione, dell’analisi politica e sociale italiana. La sua ultra-sessantennale carriera non ha termini di paragone e lo rende un punto di riferimento imprescindibile per la scena culturale italiana e per tutti noi.




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