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sabato , 23 Novembre 2024

Rissa tra pakistani, 4 denunciati. Ciriani “A casa chi disonora la città”

PORDENONE – La Polizia di Pordenone ha denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pordenone quattro cittadini pakistani di cui 3 richiedenti asilo, e uno in possesso di regolare permesso di soggiorno nonché un cittadino italiano, di origine pakistana (tutti di età compresa tra i 25 e i 36 anni)  responsabili di lesioni aggravate nei confronti di un cittadino pakistano richiedente asilo; due di loro anche per porto ingiustificato di strumenti atti ad offendere.

In particolare, personale della Squadra Volante, unitamente a militari dell’Arma dei Carabinieri, è intervenuto in Parco Querini, dove c’ era stata una lite tra numerosi extracomunitari.

Sul posto gli operatori hanno riscontrato la presenza di otto cittadini pakistani che sono stati accompagnati negli Uffici della Questura per ulteriori approfondimenti investigativi.

Al termine degli accertamenti è stato acclarato che un cittadino pakistano era stato aggredito da cinque suoi connazionali per motivi non ancora chiariti.

I quattro cittadini pakistani e quello italiano sono stati denunciati in stato di libertà per lesioni aggravate due dei quali per porto ingiustificato di strumenti atti ad offendere (grossi lucchetti per la chiusura di biciclette).

La vittima è stata trasportata al Pronto Soccorso cittadino e la prognosi non è ancora conosciuta.

Due degli otto identificati, sono stati invece rilasciati perché estranei ai fatti suesposti.

Sulla rissa è intervenuto anche il sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani, con questa nota: “Pordenone non ha bisogno di immigrati violenti e incivili e non ha bisogno dei loro complici italiani. Adesso lo Stato si muova e spedisca a casa quanti, in questi mesi, hanno disonorato la nostra città. E tacciano i talebani della solidarietà che non comprendono la complessità del fenomeno. Insieme a loro tacciano quanti hanno prodotto questo disastro permettendo a chiunque, indipendentemente dal diritto, di arrivare in Italia, ingrassando i professionisti della solidarietà e riesumando vecchi arnesi dell’ultrasinistra. Basta!”

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