Turismo e libertà di spostamento. Santin: il dissenso della categoria provinciale

PORDENONE – Anche nel Friuli occidentale incalza la protesta degli albergatori che si uniscono al malcontento espresso in queste ora da varie associazioni Federalberghi d’Italia: «Assurdo che per le vacanze di Pasqua ci si possa recare all’estero ma non all’interno dei confini italiani dove gli hotel sono chiusi per le norme anti-Covid» spiega Giovanna Santin, presidente provinciale del gruppo albergatori di Confcommercio.

Il dissenso della categoria si alza a seguito delle disposizioni (Dpcm del 2 marzo scorso in vigore fino al 6 aprile) che oggi consentono, nelle stesse zone soggette in Italia a restrizioni, lo spostamento di viaggiatori che intendono recarsi per le vacanze pasquali in un altro Paese aperto e fruibile al turismo: sono circa una trentina quelli inclusi nell’elenco del decreto.

Per la responsabile locale di Federalberghi si tratta di una situazione a dir poco assurda: «Un ordinamento che non ha alcuna logica. Com’è che un cittadino italiano può liberamente, previo tampone negativo all’andata e ritorno, recarsi ad esempio alle Canarie per Pasqua, ma non a Napoli, Venezia e neppure a Pordenone.

Perché? Se non possiamo muoverci, se dobbiamo stare all’interno dei nostri confini, legittimo che questo valga per tutte le destinazioni. Così facendo si continua a danneggiare la nostra economia, soprattutto quella del comparto turistico, già fortemente provata e allo stremo dalla pandemia e da un lockdown che anche per il FriuliVG sembra non aver fine». E conclude: «Ci troviamo tutti nella stessa barca dove le condizioni sono difficili e precarie ma non per questo vanno applicate disparità di genere».

I rappresentanti della categoria, poi, si confermano pienamente convinti sulla necessità di implementare la campagna vaccinale che dovrà interessare anche i lavoratori del settore, oltre a farsi testimoni della validità del passaporto vaccinale per aprire nuovamente le porte al sistema turismo.

Recentemente l’Istat ha certificato per il quarto trimestre del 2020 una perdita di fatturato per i servizi ricettivi del 70% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Se visto all’intero 2020, la perdita si è assesta sul 54,9%. L’Istituto nazionale di statistica ufficializza ciò che Federalberghi nazionale dice oramai da un anno: la crisi ha colpito gli alberghi più duramente di altri settori.




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