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lunedì , 23 Dicembre 2024

18enne di Pordenone aiuta migliaia di pendolari a muoversi con un’app

PORDENONE – C’è un’app per la mobilità urbana utilizzata da oltre 680 milioni di persone nel mondo: si chiama Moovit e offre soluzioni di trasporto con autobus, tram, taxi, metropolitane e servizi in condivisione come il bike sharing.

All’interno dell’app sono presenti le informazioni delle aziende del trasporto pubblico di oltre 3000 aree geografiche del mondo ma una gran parte dei dati presenti sono forniti da utenti che impiegano il loro tempo libero a inserire nell’app fermate dell’autobus, variazioni al servizio o deviazioni delle linee bus. Un volontariato digitale 2.0 al servizio di tanti pendolari che spesso non conoscono il volto di questi “angeli custodi” del trasporto pubblico.

Proprio a Pordenone vive Gary, uno dei membri della Mooviter Community più attivi in Italia. Ha 18 anni e, nemmeno a dirlo, ha una grande passione per il mondo dei trasporti. Lo abbiamo intervistato per conoscere al meglio questo impegno straordinario in Friuli-Venezia Giulia.

Quando è nata la tua passione per i trasporti e in che modo hai scoperto l’app Moovit?

Sono sempre stato affascinato dai trasporti. Ricordo benissimo la mia enorme gioia di andare a Venezia in treno: ero più interessato al viaggio in sé che alla città!
O ancora, ero a Zagabria e ho rifiutato un passaggio con i parenti là presenti pur di prendere il tram. Prima dell’inizio della prima superiore, però, non avevo approfondito il tema, ero semplicemente felice di vedere o usare un mezzo pubblico. Dall’inizio delle superiori, dovendo usare il bus, la passione è aumentata notevolmente soprattutto perché avevo la possibilità di vedere quasi tutti i mezzi al pomeriggio poiché dovevo aspettare la rossa fino alle 13:30 al Kennedy.

In quei 20 minuti osservavo tutte le velette analizzando le tratte e il numero cercando di ricordarli e andando su Maps a capire dove fossero determinate località. Il fatto che ha acceso un interesse accesso è la presenza della 4 che passava di fronte al Kennedy sia per Cordenons che per S.Antonio così come la 2 lato Kennedy sia per il Pasch che per Porcia. Da lì ho iniziato a mappare da solo tutte le linee urbane andando a scoprire numerose zone del comune a me sconosciute. Ho scoperto Moovit grazie ad un articolo de “Il Gazzettino” che ne annunciava lo sbarco a Udine e Pordenone. L’ho inizialmente scaricata perché ero curioso di vedere che giri facessero le linee extraurbane. Notando degli errori qua e là, inizialmente segnalati tramite l’app, ho chiesto di entrare nella Community di Moovit e da lì, grazie all’aiuto degli Ambasciatori, ho corretto tutti gli errori e quelle imperfezioni che minavano la qualità del progetto.

Quali aree hai mappato o verificato nell’app Moovit e quanto tempo ti ha richiesto? La situazione più complessa che ti è capitato di affrontare?

Ho mappato sia Pordenone che Udine. Inizialmente il contributo era solo per le linee urbane poiché erano di mio interesse maggiore abitando in città ma sempre più notavo errori più o meno gravi nelle linee extraurbane il che mi ha portato a sistemare o, a volte, rimappare intere linee. Tutto il processo di Pordenone mi ha richiesto all’incirca 2 mesi. Udine è stato molto più lungo, oltre 6 mesi vista l’area notevolmente più grande e la complessità e la quantità di cose da fare nettamente superiore. Se in precedenza avevo “banalmente” controllato gli orari e basta, la scorsa estate ho deciso di rivedere nuovamente le linee notando una miriade di problematiche qua e là.

Nel complesso, ho riscritto numerose linee, sistemato migliaia di fermate e corretto numerose forme andando a stravolgere il progetto iniziale. È stato molto frustrante correggere le extraurbane udinesi poiché hanno numerosi percorsi diversi e tempi di percorrenza ogni volta diversi il che costringe a fare un nuovo viaggio anche per solo due minuti di differenza. Anche le ferrovie hanno spesso orari assurdi con validità che sfiorano il casuale.

Si tratta di un vero e proprio “volontariato digitale”, un volontariato al passo con i tempi. Dai tuoi amici e conoscenti è riconosciuto questo impegno?

Inizialmente gli amici non capivano il perché di tutto questo impegno non ricompensato. Il lavoro lo facevo sia per conoscenze personali (capire il sistema adottato per collegare i paesi) sia per dare un servizio valido a tante persone. Mi è sempre piaciuto pensare che qualcuno, anche grazie ad una minuscola modifica, può avvicinarsi al trasporto pubblico o essere semplicemente soddisfatto del risultato. Mano a mano che il lavoro aumentava, specie su Udine, il riconoscimento aumentava e iniziavano a capire che era una cosa seria e non tanto un gioco. Inoltre, quando l’ATAP ha introdotto Moovit come sistema di ricerca ufficiale (purtroppo per poco!) e quando l’azienda ha iniziato a passare i dati ufficiali, sono stato estremamente felice di essere stato in grado, grazie a dei dati coerenti, di avvicinare un’azienda un tempo arretrata all’app.

Per migliorare la mobilità urbana ed extraurbana, cosa suggeriresti di fare al Sindaco di Pordenone?

È un discorso che potrebbe durare giorni. In brevissimo, bisogna assolutamente riscrivere le linee extraurbane per renderle più regolari, stile linea urbana. In tutti i mezzi si dovrebbe introdurre il pagamento contactless per avvicinare tante persone al bus. In città è necessario uscire dalla concezione che ogni trasporto debba essere periferia-centro (in questo caso P.le Ellero/V.le Trento) e rinnovare le linee che collegano solo punti con poca attrattiva (quindi la 2, 6, 7, 8). La rossa è da spezzare per via del suo percorso molto lungo. Bisogna rendere pubblici i dati in tempo reale sui ritardi (capita che talvolta mi convenga andare a casa a piedi, se solo sapessi quando ritardo ha il mezzo).

Molte zone non hanno una linea urbana e alcuni collegamenti sono preclusi (S.Antonio-Roveredo per esempio). Le linee che hanno in comune buona parte del percorso non possono partire insieme (12 e 33 fino a Fontanafredda, o anche far partire al minuto 10 la 14 per Maniago e la 13 per il Cro e al minuto 40 la 13 per Maniago anziché le linee per Maniago insieme). E poi tante altre piccole e grandi cose, come l’assenza di paline a Porto Pinedo (Claut) o le fermate urbane con le linee del 2012 o ancora un’integrazione col treno un po’ acerba.

Dopo le scuole superiori, hai già deciso quale percorso intraprendere? Quale sarebbe il tuo lavoro dei sogni?

Terminata informatica al Kennedy, l’idea che al momento va per la maggiore è fare la triennale alla Bicocca a Milano e poi la magistrale in Mobility Engineering al Politecnico sempre di Milano. Come futuro lavoro mi piacerebbe molto lavorare nell’ambito informatico-sistemistico e anche organizzativo dei tragitti nell’ATAP poiché sono molto affezionato e fiero della mia (ex-)provincia.

Se ciò non sarà possibile, anche un lavoro in un’azienda ferroviaria sarebbe bellissimo, magari itinerante per tutta l’Italia. Nel frattempo la mia collaborazione con Moovit non verrebbe certamente meno e sarebbe fantastico se un’altra persona si unisse e collaborasse nell’area di Udine e Pordenone. E perché no, se avrò la possibilità farò la patente D o il corso per macchinista, anche solo per sfizio.

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