PORDENONE – “Siamo una famiglia distrutta e ferita da quanto accaduto”: lo ha riferito il padre della ragazzina che ieri mattina ha cercato di uccidersi lanciandosi dal secondo piano della palazzina dove abita, a Pordenone, denunciando di essere rimasta vittima di presunti atti di bullismo.
“Non intendiamo rilasciare alcuna dichiarazione – ha aggiunto – perché abbiamo affidato la gestione del caso al nostro avvocato. Nostra figlia ha bisogno di serenità e non possiamo permetterci un assalto mediatico. Ha dodici anni e deve stare lontano dai riflettori”.
Il padre ha rassicurato sulle condizioni di salute della ragazza: “Sta meglio e ci rende felici col proprio ritrovato sorriso. E’ sempre stata una bimba serena e lo possono testimoniare tutti, dagli amici ai vicini di casa. I medici stanno valutando il decorso dei vari traumi e decideranno se nei prossimi giorni dovrà essere operata per ricomporre la frattura dei talloni che ha rimediato nella caduta”.
Nessun messaggio nei confronti dei presunti bulli e delle famiglie degli altri compagni di classe: “Ripeto – ha concluso -: sul piano legale se ne occupa l’avvocato, ma è chiaro che chiediamo giustizia e trasparenza”.
Infine, la considerazione di un padre che scopre solo quando è troppo tardi le inquietudini di una figlia adolescente: “Sembrerà incredibile – si è confidato -, ma i genitori sono sempre gli ultimi a sapere. Sebbene ci sia un rapporto continuo e confidenze giornaliere, esisteva un malessere che ci sfuggiva e che abbiamo appreso solo nella tragica mattina di ieri, che non potrò mai più scordare in vita mia”.