PORDENONE – Appuntamento a Pordenone con il grande giornalismo d’inchiesta che appassiona il pubblico e contribuisce a un’informazione reale. Protagonisti, la fotogiornalista Cristina Mastrandrea e il giornalista freelance Ivan Grozny, insieme per raccontare il loro lavoro e quanto accade dall’altra parte del mondo, in Messico, ad esempio.
Tema dell’evento è “Il valore dell’inchiesta per un giornalismo di qualità: l’esempio del Messico”. Aperto al pubblico, si svolgerà a Pordenone giovedì 11 ottobre, dalle 17 alle 19, nella saletta dell’ex Convento di San Francesco, in vicolo San Francesco.
L’incontro è anche corso formativo accreditato per giornalisti. Per realizzarlo si sono mobilitati Ordine dei Giornalisti Friuli Venezia Giulia, Assostampa FVG, Articolo Ventuno FVG e Circolo della Stampa di Pordenone.
Inoltre rientra fra le manifestazioni di corollario alla cerimonia di chiusura della 9ª edizione del concorso giornalistico Premio Simona Cigana (Aviano, villa Carraro Menegozzi, 9 novembre, ore 10 e 30) che dedica all’inchiesta la sua sezione più importante.
Durante la conferenza, saranno proiettati i due reportage realizzati dai giornalisti:
“Entre la espada y la pared” di Ivan Grozny
“Liberi come il vento” di Cristina Mastrandrea
«Quando ammazzano un giornalista ammazzano tutti! Quando assassinano un giornalista perdiamo tutti e perde la società che diventa più ceca, più sorda, più muta. Le si tolgono gli occhi e la voce».
Adela Navarro Bello Adela Navarro Bello è una giornalista di inchiesta di Tijuana in Messico. Nel 2006 diventa la co-direttrice del settimanale Zeta fondato nel 1980 da Ector Feliz Miranda e Jesus Blancornelas come giornale di inchiesta e opinione.
Verso la fine degli anni ’80 Zeta inizia ad occuparsi anche di narcotraffico e criminalità organizzata. Solo nel primo semestre del 2017 si contano quasi 300 aggressioni a giornalisti. Secondo la Comisión Nacional de Derechos Humanos (CNDH), sarebbero 126 i giornalisti uccisi dal 2000 ad oggi.
Più del 90 percento dei delitti restano impuniti. Ed è proprio l’impunità e la mancanza di volontà politica ad indagare sulle uccisioni che favorisce un clima di terrore e di violenza. Ad aggiungersi alle intimidazioni, alle violenze e alle uccisioni dei giornalisti, il Messico deve fare i conti anche con le sparizioni forzate che dal 2006 sono più di 30 mila. Il Messico è considerato il Paese più pericoloso al mondo per i giornalisti dopo la Siria.
Il lavoro di Grozny affronterà la realtà di cosa è il Messico oggi. Tra il muro che lo divide dagli USA e le esperienze di resistenza indigenza, Grozny racconta una guerra senza fine, quella con i Narcos, i diritti umani calpestati, la terra avvelenata e le storie di chi fugge dalla miseria e da guerre non dichiarate. Giornalisti come José Gil, José Reveles, Marta Duran e lo scrittore americano John Gibler ci offrono un punto di osservazione privilegiato da un Paese dove chi si occupa di informazione è costantemente in pericolo. Il Messico è uno dei Paesi dove muoiono più giornalisti al mondo. Alex, ventenne sopravvissuto ai fatti di Ayotzinapa, ci racconta cosa successe la notte in cui sparirono 43 studenti.